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KALINIC, Ultimo cecchino viola. Da allora il flop

di Luciana Magistrato

Kalinic sì, Kalinic no... Il possibile ritorno del croato alla Fiorentina divide come al solito i tifosi, anche se la percentuale di chi non ha dimenticato come ha lasciato la squadra viola (lasciò il ritiro di Moena a due riprese, anche se nella seconda si giustificò con un furto in casa sua con la famiglia presente) è più alta degli estimatori. Certo nei due anni alla Fiorentina è stato uno degli ultimi veri cecchini viola, visto che l'ottima partenza di Simeone l'anno successivo alla partenza del croato non fu invece confermata nella seconda stagione.  Ma anche per Kalinic l'ambizione di affermarsi altrove non è andata a buon fine, basta vedere i numeri fin qui. 

Nella Fiorentina, nella prima stagione (2015/16), 42 presenze totali tra A, EL (5) e Coppa Italia (1) con 5 assist e 13 gol all'attivo (altri 3 ne aveva già fatti nel campionato ucraino da dove l'ha preso la Fiorentina). Nel secondo anno 42 presenze (7 EL e 2 Coppa Italia) con 20 gol (5 EL) e 4 assist (2 EL) ma c'è da riconoscere che aveva anche Ilicic accanto e un Paulo Sousa che sapeva evidentemente ben sfruttarlo.
Al Milan, dove ha trovato Montella, ha collezionato 41 presenze (di cui 6 in EL e 4 in Coppa Italia con 0 gol in entrambe le competizioni) ma ha messo a segno solo 6 gol in A e fatto 4 assist complessivi. Ceduto l'estate dopo all'Atletico  Kalinic ha fatto 24 presenze, ma per 1.090 minuti, comprese le 4 in Copa del Rey e 3 in Champions. Il miglior rendimento nella coppa nazionale con due gol e un assist, altri due gol li ha fatti nella Liga. Non essendo dunque protagonista, l'Atletico lo ha mandato alla Roma in prestito dove finora ha collezionato 6 presenze (2 in EL) per 183 minuti complessivi ma c'è da dire che ad ottobre si è fratturato il perone restando fuori per oltre un mese, tornando a disposizione (in panchina) solo a fine novembre.