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KHARJA, Se la stampa può aiutare la società

di Tommaso Loreto

Di tutto si potrà dire di Mihajlovic, e noi stessi un po' di tutto abbiamo scritto, ma non che non sappia affrontare le questioni di petto. E per di più mettendoci sempre la faccia. Sabato scorso, come oggi. Il tecnico non si sottrae alle domande sul caso Kharja, tutt'altro. Anzi spiega com'è andata (come del resto fece sabato scorso, andando oltre le smentite societarie di rito) facendo intendere di essere più che disposto ad essere il primo a voler far rispettare le regole. Kharja, che aveva promesso di evitare viaggi in treno nel corso della settimana, non solo è andato contro le rassicurazioni a tecnico e compagni di squadra, ma ha aggiunto anche altri due atteggiamenti extra regolamentari.

L'intervista a "France Football" non autorizzata, ma soprattutto il rientro (immaginiamo di volata, dopo l'indiscrezione del viaggio in treno rilanciata proprio su queste pagine) avvenuto in macchina, con conseguente arrivo a Firenze ben oltre le 23:30. Orario che, per inciso, aveva invece precisato la società subito dopo il can-can sollevato dalla nostra inchiesta. Mihajlovic, per questi motivi, non convocherà Kharja per la gara di domani, in una sorta di punizione-bis dopo l'esclusione di Vargas alla vigilia della trasferta di Cesena. La società, dal canto suo, anche in questa circostanza era stata colta di sorpresa dagli atteggiamenti di Kharja, viaggio in treno incluso (al di là degli opinabili orari di rientro rilanciati ufficiosamente, visto che per essere in città entro l'ora di "coprifuoco", il marocchino, avrebbe dovuto praticamente ripartire subito da Milano).

Un po' come dire che, di nuovo, dai precedenti "casi" raccontati dalle cronache dell'ultimo anno in casa viola non si è preso grande insegnamento. La riflessione finale, allora, è che se anche la stampa, in questo caso Firenzeviola, può aiutare la Fiorentina a concentrarsi solo sul campo, e non su altre problematiche esterne, ben vengano le segnalazioni e le inchieste. Anche e soprattutto per evitare un continuo ripetersi di situazioni di ogni tipo. Fosse solo perchè lo stesso Mihajlovic, poi, è il primo ad aver bisogno di poter tenere in pugno il gruppo. Facendo rispettare le regole, ed evitando un'inutile dispersione di energia per capire che cosa succede quando la sua squadra non è sul terreno di gioco. Visto che poi, quando invece si parla di delusioni sul campo, sono proprio loro, i giocatori e non l'allenatore, a giocarsela. 

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