KROLDRUP, La legge (non) è uguale per tutti
Post-partita di Milan-Fiorentina, parla Sinisa Mihajlovic: “A fine partita sono andato a chiedere spiegazioni all'arbitro sull'espulsione di Kroldrup. Non ha sbagliato, è Per che ha fatto una cazzata, ma avrebbe potuto anche sorvolare, da giocatore mi è accaduto tante volte di mandare a quel paese l'arbitro, a parti inverse sarebbe andata diversamente”. Parole che non sottoscriviamo, ma che fanno sicuramente riflettere. Non immaginiamo cosa sarebbe accaduto se fosse stato Ibrahimovic a mandare a quel paese l’arbitro e non lo vogliamo nemmeno sapere. E il direttore di gara non doveva affatto sorvolare; il problema è un altro: su tutti gli episodi di questo genere nessun arbitro dovrebbe mai sorvolare. Episodi che, come sottolinea proprio il tecnico serbo, sono assai frequenti nel nostro calcio. Ma, evidentemente, anche in questi casi, l’uniformità di giudizio è una lontana utopia. Non sappiamo se Mihajlovic si stesse riferendo ad episodi di cui è stato protagonista durante tutta la propria carriera o soltanto quando vestiva la casacca nerazzurra o quella delle romane, ma forse non è nemmeno un problema di squadra. E’ più probabile che la differenza sia fatta tra giocatori di Serie A e giocatori di Serie B. Senza voler puntare il dito contro qualcuno in particolare e senza voler andare a scavare troppo nel passato, vogliamo ricordare due fatti recenti: 29ma giornata dello scorso campionato, Sampdoria-Juventus; Del Piero manda a quel paese il signor Tagliavento, il quale reagisce con un semplice richiamo verbale. Ultima edizione della Supercoppa di Lega: Francesco Totti se la prende con il guardalinee per un calcio d’angolo non concesso, accompagnando il classico “vaffa” con delle ingiurie; nessuna sanzione. Ripetiamo, il fatto che i personaggi citati vestano le casacche di due club, che, per diversi motivi, hanno sicuramente più peso della Fiorentina, probabilmente è solo una coincidenza. Ma, allo stesso tempo, non possiamo dimenticare come, ad esempio, il capitano giallorosso non sia nuovo a questo tipo di comportamenti e se la sia quasi sempre cavata. Quindi, caro Per, la cavolata non l’hai fatta tanto nell’abbandonare il tuo tipico aplomb nordico, quanto nel dimenticare che non sei ne’ un eroe di Berlino ne’ un personaggio da spot televisivo, e, soprattutto, che non vivi più nel tuo civilissimo Paese ma in uno dove la frase “La Legge è uguale per tutti” è solo uno slogan appeso nelle aule dei Tribunali.