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L'ALTRA FACCIA DI PAULO

di Tommaso Loreto

Qualche minuto dopo il fischio d'inizio è cominciato tutto. Paulo Sousa è l'uomo simbolo di questa Fiorentina, ma non solo. Ennesima dimostrazione il saluto finale sabato sera, dopo la vittoria su Genoa, rivolto dal tecnico portoghese ai tifosi. Una gestualità che ricordava quella di Terim sotto la curva, quella mostrata dopo la seconda vittoria in campionato, con tanto di invito alla compattezza e all'unità.

Sousa è così, e anche per questo ha conquistato praticamente subito tutta la tifoseria. Quasi in modo opposto a quanto accaduto con la proprietà, per Paulo non c'è nessun "ambiente inquietante", ma solo critica costruttiva. Se non ha già completamente capito che mondo è quello fiorentino, poco ci manca. Ma non è solo all'esterno che Sousa ha chiamato tutti a raccolta. Perchè secondo quanto raccolto da Firenzeviola.it, l'allenatore viola ha già dettato le proprie regole.

Un sergente in grado di alternare bastone e carota, capace di esporre ai propri giocatori "patti chiari" affinchè si possa mantenere "amicizia lunga". Ma soprattutto un condottiero che non ama troppo gli individualismi. Un esempio? Già dopo la vittoria con il Milan, Sousa non ha mancato di far presente a Babacar che si vince tutti insieme. Il senegalese, forse non troppo esaltato dai primi 90 minuti di panchina, non è apparso troppo coinvolto dai tre punti sul Milan, da lì la reprimenda di Paulo. Si sorride quando si vince, tutti, a prescindere da chi gioca, questo il Sousa pensiero. 

Equilibrio. Di squadra, sì, ma anche di gruppo. Per questo motivo chi sgarra non solo paga, ma si ritrova ai margini dello spogliatoio. A nessuno, di fatto, è concessa libertà di raccontare troppe indiscrezioni ai giornalisti (che da un lato ritrovano gli allenamenti a porte aperte, ma che al tempo stesso brancolano nel buio sulle probabili formazioni) tanto che, secondo quanto raccolto, un dirigente del settore giovanile sarebbe stato invitato a non seguire più gli allenamenti per non informare la stampa delle probabili scelte del tecnico. 

Anche questa è l'altra faccia di Paulo Sousa. Il tecnico che con la sua apertura, con il tempo da dedicare a chiunque e con la sua disponibilità ha subito conquistato Firenze a dispetto di quelle scritte che anticiparono il suo a Firenze, con tanto di veleno per il suo passato da juventino. Ma anche il sergente che, se non propriamente di ferro, sa perfettamente come farsi seguire e come far rispettare le proprie regole. Niente di più elementare che "patti chiari, amicizia lunga".