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L'AMARO CALICE PRIMA DELLA SOSTA

di Tommaso Loreto

L’ultima istantanea del 2022 è probabilmente la più bella - lontano dal Franchi - di questa prima parte stagione, seppure a uno sguardo più approfondito non possano essere tralasciati gli episodi che alla fine determinano il risultato (insieme alla cronica difficoltà dell’attacco viola nel capitalizzare le occasioni). C’è da comprendere la rabbia con la quale Italiano si presenta ai microfoni nel dopo gara, e d’altronde se già un pari poteva sembrar stretto per la Fiorentina di San Siro figuriamoci la sconfitta arrivata su autogol di Milenkovic nel recupero.

Avrebbero meritato molto di più gli uomini di Italiano, e lo avrebbero meritato in virtù di 90 minuti che confermano in pieno la crescita dell’ultimo mese. Nonostante i forfait dell’ultimo minuto di Bonaventura e poi di Dodò, oltre a un caso Gonzalez nuovamente acceso dalle parole di Barone, la squadra viola reagisce fin da subito al vantaggio di Leao (troppo morbidi i centrali) e anzi non fosse per il palo di Biraghi il primo centro in campionato di Barak avrebbe tutt’altro valore.

Nei duelli individuali pure Venuti regge bene all’urto Leao, mentre in mezzo se Mandragora continua a tenere troppo bassi i giri del motore Amrabat torna a metter a disposizione muscoli e polmoni. Peccato, semmai, che l’attacco torni a essere troppo effimero, perchè mentre Ikonè continua a regalare rinnovate speranze né Cabral né Jovic riescono a incidere a ridosso di un’area di rigore dove i rossoneri sono spesso presi d’infilata.

Merito della nuova quadratura individuata da Italiano che anche a Milano non rinuncia all’impostazione offensiva prima di riadattare Terzic qualche metro più avanti rispetto alla difesa, seppure il risultato finale sia alla fine determinato anche e soprattutto dalle scelte arbitrali. Più di un dubbio nel primo tempo per come finisce giù Biraghi, ancora di più per l’entrata di Tomori su Ikonè, fino al fermo immagine dell’ex Rebic che certamente complica le cose a Terracciano sul traversone del gol finale.

Un pacchetto di situazioni nelle quali il VAR non aiuta i viola e più in generale una gestione complessiva di gara dell’arbitro Sozza che non può che deludere, almeno rivedendo quei falli non rilevati su Amrabat che nel finale di primo tempo potevano costare carissimo. A fine partita la società non commenta oltre modo, ma è chiaro che dopo una prova del genere tornare a casa senza punti significa dover digerire un boccone amarissimo. Servito, a ridosso della sosta, sull’altare di un campionato che il Napoli sta stradominando lo stesso nonostante l’inseguitrice principale, in qualche modo, abbia tenuto il passo.