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L'ANALISI, Due vie per ritrovare il gioco

di Matteo Magrini

Prememssa doverosa: la Fiorentina vince, porta a casa punti pesanti come macigni e mantiene il quarto posto solitario quindi, al momento, bene così. Non è tutto oro quello che luccica però, ed in casa viola di problemi ce ne sono, eccome. Non è un caso se Prandelli dice che "peggio di così non possiamo fare". E' vero, una Viola così brutta, con questa negativa continuità, non si era mai vista sotto la gestione del tecnico di Orzinuovi.


Il modulo, l'assenza di Santana, la posizione di Jovetic, la condizione fisica. Tante le possibili motivazioni, tutte più o meno condivisibili ed accettabili. Sicuramente la Fiorentina non attraversa una fase di grande brillantezza, appare spesso pesante, così come è innegabile il peso che l'infortunio di Santana ha portato con sè. Ma il problema, probabilmente derivante da tutte queste situazioni, è un altro.


La squadra, in campo, sembra bloccata, lenta nel pensiero e nelle giocate, come se pensasse troppo a quello che deve fare. Lo stesso Prandelli, probabilmente, non ha ancora ben chiara quella che potrebbe essere la chiave per risolvere l'enigma tattico nato con l'uscita di scena del "suo" Santana. Ha provato Montolivo, ha provato Jovetic, è ritornato al 4-3-3, ma il nodo non si scioglie. La sensazione è che i viola, in campo, avvertendo forte questo problema, ricerchino con pedante insistenza le situazioni conosciute, perdendo tempi di giocata e imprevidibilità. E', in sostanza, una squadra troppo scolastica.


Come si "cura" questo difetto. Prima di tutto lavorando di psicologia. I giocatori devono sentirsi tranquilli, il più possibile sereni, così da liberare l'istinto, al momento ingabbiato nei tormenti tattici della squadra. Solo Mutu, e a volte Montolivo, lasciano viaggiare la mente, la fantasia, uscendo da schemi rigidi e al momento poco fluidi. Sia chiaro, l'organizzazione di gioco è stata e deve rimanere un grande punto di forza di questa Fiorentina, che proprio grazie a questa ha spesso mascherato limiti strutturali tecnici ma, in momenti come questo, forse, lo spirito deve essere più "libero", "anarchico".


Un'altra via può essere quella dell'innovazione, che però diventa difficile in una fase delicata della stagione. Provare un altro atteggiamento, un nuovo modulo, per usare un termine che fa venire l'orticaria, ma ci perdonerà, a Prandelli, potrebbe regalare nuovo entusiasmo alla truppa viola, e soprattutto a qualche singolo. Pensiamo a Vargas, che potrebbe essere spostato in avanti in un 4-4-2 classico con Pasqual alle sue spalle.


Il tecnico di Orzinuovi, ovviamente, ha il polso della squadra e, sempre, è riuscito a cavare bene il proverbiale ragno dal buco, e quindi la fiducia è massima. I risultati ci sono, ma è necessario un cambio di rotta, perchè questa squadra sa vincere soprattutto attraverso il bel gioco, attraverso lo spettacolo e allora, che sia attraverso un cambio di mentalità, più fantasiosa e sbarazzina, attraverso un nuovo cambio di modulo o con qualsiasi soluzione ritenuta opprtuna da Prandelli, l'importante è tornare a giocare bene, a giocare da Fiorentina.