.

L'ARTE DEL POTER CONTARE SU TUTTI

di Lorenzo Di Benedetto

Firenze, la città dell'arte, la culla del Rinascimento dove nel medioevo ognuno apparteneva alla propria corporazione delle Arti e dei mestieri. Al giorno d'oggi la Fiorentina ha dovuto in questi anni iscriversi ad una di queste, e se lo scorso anno con Mihajlovic prima e con Delio Rossi poi, l'Arte era quella dell'arrangiarsi, non si può dire lo stesso per la nuova Fiorentina di Vincenzo Montella, soprattutto per quel che riguarda il centrocampo. Siamo passati da Kharja, Montolivo, Munari, Lazzari e Behrami a Pizarro, Borja Valero, Mati Fernandez, Aquilani e Migliaccio. Fuori coloro che non volevano più restare e dentro uomini con tanta voglia di rilancio. E poi ci sono Romulo e Olivera, che sono stati chiamati in causa contro ogni pronostico, che hanno fatto storcere il naso a tutti prima di essere visti all'opera in campo. Ma sono proprio loro l'emblema di questa nuova gestione targata Vincenzo Montella, giocatori che hanno ritrovato la voglia di lottare e sudare su ogni pallone, la voglia di scendere in campo con la consapevolezza di poter essere decisivi per la propria squadra. Un cambiamento ci doveva essere e in meno di quattro mesi c'è stato, sia nel modo di giocare sul campo, sia nei comportamenti fuori dal terreno di gioco. Fortunatamente non si sente più parlare delle bravate notturne, e questo può solo far bene all'ambiente, e tutto ciò si riflette anche sul rettangolo verde. Il centrocampo ha preso in mano l'intera squadra. Il Tiki Taka di Borja Valero, Mati e Pizarro, aspettando Aquilani che finalmente tornerà dopo la sosta per dare il suo contributo dopo i venti minuti contro l'Udinese che gli sono bastati per fornire l'assist da tre punti. Tanta, tantissima qualità ma anche sacrificio. Come abbiamo detto Romulo e Olivera sono l'emblema della nuova Fiorentina, di quella squadra che in pochi mesi è uscita dall'arte dell'arrangiarsi ed è passata all'arte del poter contare su tutti i componenti della rosa, perché è da queste cose che si può aprire un nuovo ciclo. Firenze ci crede, il vento è cambiato e il sogno europeo può finalmente tornare ad essere inseguito.