L'ASSENTE ALLA FESTA DEL GOL
Il dato dei gol segnati dalla Fiorentina in queste ultime due giornate, ovvero quelle giocate con Luis Muriel dal 1’, è decisamente confortante e non si registrava dalle parti del Franchi da tempo immemore: per ritrovare negli almanacchi l’ultima volta che la squadra viola era stata in grado di realizzare sette reti nell’arco di soli 180’ bisogna risalire ad inizio di settembre, quando col 6-1 al Chievo alla seconda giornata e con il successivo successo per 1-0 sull’Udinese alla terza la Viola iniziò in modo a dir poco spumeggiante il suo attuale campionato. Fin qui nulla di male, visto che ormai pare chiaro che l’arrivo del colombiano a Firenze abbia rimesso finalmente in moto un attacco che fino ad oggi era stato abituato a segnare con il contagocce (tra la 4ª e la 19ª giornata di A, i viola viaggiavano ad una media di appena 1,06 reti a partita).
Quello che semmai (ancora) preoccupa è il rendimento di Giovanni Simeone. Che nonostante la pioggia di gol che la Fiorentina è stata capace di realizzare contro Samp e Chievo non ha trovato mai l’opportunità di esultare (si segnala solo l’assist per il momentaneo 0-2 di Benassi domenica). Un problema non da poco per l’argentino, che in questi ultimi due turni oltretutto è sempre stato il primo sacrificato della formazione quando si è trattato di rivoluzionare la squadra ridotta in dieci uomini. Segno evidente che per Pioli il Cholito rappresenta l’attaccante meno in grado di incidere nell’economia della partita quando i piani si complicano. E la situazione non è destinata a migliorare nemmeno domani, quando a Firenze arriverà la Roma. Dalle segrete stanze del centro sportivo viola infatti sta pian piano emergendo l'ipotesi concreta che Simeone possa partire dalla panchina contro i giallorossi (due gol realizzati e un rigore guadagnato nelle ultime tre sfide contro Di Francesco), per sfruttare la verve contropiedista delle schegge impazzite Chiesa e Muriel.