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L'EREDITÀ DELLA LUCE

di Andrea Giannattasio

Davide Astori e Giancarlo Antognoni, dopo oggi, avranno molto di più in comune che l’aver semplicemente indossato la fascia da capitano della Fiorentina. Entrambi, per Firenze, saranno per sempre “la luce”. Una definizione quanto mai adeguata per il numero 13 viola, una parola tanto breve quanto significativa per spiegare ciò che Astori rappresentava per lo spogliatoio viola. Nel ricordo pronunciato da Milan Badelj (nuovo capitano in pectore) nel corso delle esequie del capitano, c’è tutto il sentimento di una squadra rimasta orfana di un padre, di un giocatore che era sempre riuscito a dare l’esempio, tanto ai più giovani quanto ai più grandi. Un Uomo (con la U maiuscola, ha sottolineato il croato) capace di parlare la lingua del cuore, l’unica in grado di entrare nel profondo di ogni compagno e di tutti i tifosi.

E sono proprio la sincerità, l’altruismo e la costante serenità che Astori portava sempre addosso i valori che sono destinati a rimanere per sempre radicati nel tessuto della città di Firenze. Aspetti, questi ultimi, sottolineati a più riprese anche da quelli che, per i colori viola, sono da sempre i rivali per antonomasia. Quei bianconeri di Torino che oggi, a poco più di 12 ore da un’importante vittoria europea, hanno preso all’alba un volo privato da Londra pur di essere presenti all’ultimo saluto per Davide. L’unica persona nella storia della Fiorentina, forse, in grado di strappare un sincero applauso del popolo viola nei confronti di chi veste la maglia della Juventus. Un’eredità da Uomo vero. Un’eredità degna di una eterna luce splendente. Buon viaggio, Capitano.