L'EUROPA RICHIEDE STABILITÀ
Succede che dopo un martedì infernale arrivi la resurrezione parziale del sabato sera. Succede che dopo essere stato travolto 4-0 a Roma, con i giallorossi che negli ultimi minuti passeggiavano sui resti dei calciatori in maglia viola all'Olimpico, e soltanto quattro giorni dopo l'Udinese esca con le ossa rotte dal Franchi, dopo aver subito un pesante passivo di 3-0. C'è da dire che il rotondo successo viola di ieri probabilmente non ha la stessa pienezza della disfatta romana, ma nel calcio contano i risultati, e a leggere il tabellino l'impressione resta. L'uomo al comando delle montagne russe emozionali è chiamato ad un pronto intervento.
Continuità. Era, e resta, una delle parole d'ordine nelle conferenze di Paulo Sousa. Un concetto però ad oggi piuttosto sconosciuto dalle parti di Firenze, città che sta vivendo una Fiorentina troppo poco continua, soprattutto lontano da casa visto che il Franchi quest'anno sembra essere tornato un fortino. L'imminente impegno europeo di giovedì, la prima gara della sfida dei sedicesimi al Borussia Park, richiederà agli uomini di Sousa maggiore stabilità, perché in certi palcoscenici non è concesso girare a vuoto per novanta minuti. Gli uomini di Hecking sembrano anche aver messo la marcia in direzione di una ripresa. E per la Fiorentina competitiva in Europa, come per l'Italia nell'UE, servono maggiori garanzie di stabilità. Perché, a meno di un cambio di marcia repentino in campionato, potrebbe restare presto l'unico obiettivo sensibile dalle parti di viale Fanti.