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L'EXPLOIT DI SAN SIRO, IL NUMERO "MALEDETTO" ED IL CRACK: 4 ANNI DI CASTRO, CLASSE E RIMPIANTI

di Alessandro Di Nardo

Se qualcuno avesse detto non più tardi di un paio di anni fa che Gaetano Castrovilli avrebbe abbandonato nella generale indifferenza Firenze sarebbe stato tacciato probabilmente di eresia. E invece così è. Stamani l'ormai ex centrocampista viola è salpato in direzione Bornemouth, Inghilterra, per andare a giocare in una squadra che due mesi fa ha chiuso al quindicesimo posto in Premier. Segno dei tempi attuali, dello squilibrio di forze sul mercato ma anche di un lento declino di un calciatore che da quando ha indossato la dieci ha visto eclissare il suo talento.

L'ILLUSIONE - I quattro anni di Castrovilli alla Fiorentina iniziano con una detonazione tanto fragorosa quanto inaspettata dell'allora ventiduenne proveniente da due ottime stagioni in B con la Cremonese. Il colpo di fulmine arriva il 29 settembre 2019, su un palcoscenico di lusso, a San Siro, dove, alla sesta da titolare in viola, trova il primo sigillo in Serie A in un 3-1 contro il Milan che rappresenta uno dei pochi lampi del Montella-bis. Nella serata di Milano, Castro si presenta al mondo e incanta per personalità ed una sensibilità tecnica da predestinato; l'allora numero otto si conferma per tutta la prima parte del campionato tant'è che in una squadra altamente disfunzionale, anche dopo l'arrivo di Iachini, il classe '97 è senza dubbio un trascinatore. Dopo l'illusione dell'avvio arriva però la carta imprevisto, ovvero il Covid, che ne ferma la crescita a inizio 2020, sul più bello. 

GLI STOP - La sfortuna è una costante dell'avventura di Castrovilli, ragazzo introverso ed emotivo, che forse in quella pausa forzata dal calcio giocato perde qualche convinzione. La stagione successiva, quella dell'addio burrascoso dell'altro prodigio classe '97, Federico Chiesa, Castro riceve un'investitura pesante con la numero dieci; un gesto della società per piazzare il centrocampista pugliese al centro del progetto tecnico. Con Prandelli prima e nuovamente con Iachini poi Castrovilli continua a giocare con continuità ma senza molti lampi, a causa anche di un'annata disastrosa a livello di squadra. Nell'estate della vittoria dell'Europeo da comparsa (solo un minuto in campo contro il Galles), arriva poi Italiano, tecnico che sembra l'ideale per azionare definitivamente il talento del numero dieci. Iniziano però i guai fisici, con un infortunio a settembre 2021 - trauma alla testa rimediato in una gara contro il Genoa- che è più grave del previsto, l'affannosa rincorsa della forma perfetta e poi il crack che lo mette a terra ad aprile 2022, quando nella gara contro il Venezia si procura la lesione del legamento crociato anteriore, del legamento collaterale mediale e del menisco esterno del ginocchio. Dopo quello che è probabilmente l'infortunio più grave che un calciatore possa subire al giorno d'oggi inizia un recupero consumato a tempo di record in cui il calciatore si mette in mostra, da Moena in poi, per l'abnegazione -a tratti ossessiva- con cui si dedica anima e corpo alla riabilitazione. Rientra a inizio 2023 ma riesce solo a saltare parzialmente in corsa ad una stagione frenetica dei viola. 

LA SVOLTA "NEGATA" DAL VAR - Il destino di Castrovilli può forse girare a metà febbraio, allo Stadium contro la Juventus, quando segna un gol all'ultimo minuto che sa di liberazione massima, ma l'urlo e la possibilità di ripartire da quel momento gli vengono cancellati dal Var. L'annata poi si conclude con un'altra beffa, il guaio muscolare che lo estromette dalla maledetta finale di Praga; gli ultimi mesi sono accompagnati anche dagli spifferi di mercato, che diventano veri e propri tornadi in estate, quando la trattativa per il rinnovo raggiunge una fase di stallo insuperabile. Da lì la decisione di separarsi, certamente non col sorriso ma neanche sbattendo la porta, per un'offerta che conviene sia al calciatore (che andrà a guadagnare quanto richiesto in sede di trattativa coi viola) che alla società, capace di mettere in cascina una notevole plusvalenza - QUI I DETTAGLI DELL'AFFARE-.

Inutile però dire che non era così che Castrovilli sognava di lasciare Firenze. Oltre all'illusione iniziale e alla costante sfortuna rimarrà, soprattutto, il rimpianto negli occhi e nel cuore dei tifosi, che per quattro anni hanno visto "danzare" in mezzo al campo un centrocampista dall'estetica sopraffina, un giocatore a cui sembrava potesse bastare una minima scintilla per accendere il suo talento. E invece, dopo 125 partite, 13 gol e 8 assist,  il dieci se ne va da Firenze, quasi nell'anonimato in una mattina di inizio agosto, lasciando sentimenti contrastanti ma soprattutto il rimpianto di cosa poteva essere e non è stato.