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L'IMPORTANZA E L'ORGOGLIO DELLA VECCHIA GUARDIA

di Luciana Magistrato

Pochi innesti ma buoni. Questo aveva Pioli e in teoria Corvino lo ha accontentato. Poi parlerà il campo, ma si può già dire che i giocatori presi alzano il livello e allungano la panchina. Ma quello che più conta, soprattutto in questa prima parte della stagione, è l'orgoglio e la grinta con cui scendono in campo i giocatori della vecchia guardia. Il salto di qualità infatti passa sì da innesti come quelli di Pjaca e Gerson, per citare i più conosciuti e talentuosi, ma anche e soprattutto dalla crescita dei vecchi titolari. E in questo senso confortano le prestazioni di Chiesa e Simeone ma anche di Pezzella, Hugo, Milenkovic ma soprattutto Benassi e Biraghi. La convocazione non è casuale; è vero che, come ha detto Mancini, gli italiani titolari in A sono pochi, ma la convocazione è il premio ad una personalità ed una fiducia nei propri mezzi che i due giocatori hanno acquisito nella Fiorentina. I gol di Benassi sono frutto di un meccanismo ormai oliato dalla scorsa stagione ed è importante che sia proprio un vecchio titolare a beneficiarne e ad essere d'esempio negli inserimenti ai nuovi giocatori. Così come Biraghi che anche nelle parole pronunciate in Nazionale ha mostrato tutto l'orgoglio di una Fiorentina che è partita alla grande. E, senza voler dimenticare nessuno, che dire di Pezzella? Non tutti sarebbero disposti a rischiare la multa (speriamo non la squalifica) per indossare una fascia? In pochi, ma a Firenze quella fascia è tutta l'eredita di Astori e della sua Fiorentina. Insomma, crescita può esserci solo se la vecchia guardia continuerà ad avere questo spirito.