L'ISOLA FELICE (CHE NON C'È)
Chi ha avuto la fortuna di vivere il calcio a queste latitudini forse non se n'è pienamente accorto. Ma nell'ultimo week-end, e per la verità anche nei giorni seguenti, è andata in scena l'ennesima vergognosa gazzarra del calcio italiano. Una super sfida tra le due capoliste trasformata prima in una farsa arbitrale, poi in una vera e propria corrida. Il botta e risposta al veleno tra i protagonisti, poi, non ha fatto mancare nessuna appendice. Con tanto di social ed espressioni discutibili (chiedere per maggiori info al "Signor" Bonucci).
Ma non bastasse il rapido elenco dei fatti legati a Juventus-Roma c'ha pensato la UEFA a rincarare la dose. Inibendo per i prossimi 6 mesi l'illuminato presidente della Federcalcio italiana, il quale in fase di candidatura non è riuscito a fare a meno di tirare in ballo banane e razzismo. Del resto il suo vice, nonchè presidente della Lazio, aveva già dato ampia dimostrazione di saper gestire il tipico presenzialismo del caso e soprattutto di saper parlare il linguaggio del calcio italiano attaccando Marotta in modo vile e irriguardoso.
Vicende e aspetti che, ancor prima di qualsiasi giudizio di merito, si sono immediatamente prese le prime pagine. D'altronde le figuracce italiane, da sempre, funzionano e vendono parecchio. Sia dentro che fuori dai confini nazionali. E quindi nessuno ha minimamente tenuto di conto di quanto faticosamente si muove nell'altro pianeta pallonaro. Quello nel quale, per esempio, un giocatore può togliersi la soddisfazione di gioire per un gol con l'abbraccio collettivo, reale, dei suoi tifosi.
Certamente non una novità (Pasqual, sotto questo profilo, aveva già dato, ma per il futuro consigliamo agli uomini di Montella di andare ad abbracciare i nonni in tribuna, pare faccia più notizia...) per una società come la Fiorentina che da anni ha tolto le barriere dopo che gli altri progetti (il terzo tempo su tutti) erano stati pressochè ignorati. Quasi che le poche "isole felici" (sotto questo ed altri profili) non esistessero nella penisola in cui conta solo alzare la voce più dell'avversario. E sopraffarlo, o tirare dritto senza scomporsi nemmeno di fronte a condanne internazionali (l'inibizione della UEFA a Tavecchio durerà sei mesi, la vergogna di cui si copre questo paese, in ogni ambito, dura e si ripete invece da decenni e pare destinata a continuare).
E' doveroso, perciò, sottolineare quanto sia capitato a Firenze domenica sera. Soprattutto perchè nessuno a livello nazionale lo ha fatto perchè troppo indaffarato a tirare in ballo una moviola che nemmeno s'immagina come potrebbe essere usata. Ma se per molti, nel mondo del calcio, contano solo le polemiche e i torti subiti dalle pretendenti al titolo (se possibile sarebbe bello spiegare questo concetto anche a Francesco Totti, fior di campione, ma evidentemente molto poco obiettivo nel non tenere di conto di quanti appoggi arbitrali ed economici abbiano riguardato la sua amata Roma) per chi ha il privilegio di vivere scene come quelle di Tomovic, è giusto ricordare che esistono ancora "Isole Felici". Anche se per molti nemmeno esistono.