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L'OTTIMISMO DEL MISTER METTE I BRIVIDI COME LA SUA DIFESA A 3

di Sonia Anichini

Non credo che la scelta di affidare la panchina viola a Palladino sia stata dettata da un progetto, da un’idea di fare nascere una nuova Fiorentina, dalla voglia di crescere ma dalla necessità di avere un giovane tecnico pronto ad accettare quello che gli veniva messo a disposizione. Non mi spiego diversamente quello che sta succedendo alla Fiorentina che continua ad avere grandi problemi in difesa e, pur sapendo quale era il modo di giocare dell'allenatore, la società ha pensato che potesse lavorare col materiale che loro avevano deciso di dargli e, parole di Pradè, “avevamo deciso di prendere un altro difensore…ma numericamente siamo a posto”. Peccato che i numeri in rosa (calciatori) non siano vincenti, che ci ritroviamo a prendere gol su gravi errori, che la sosta delle nazionali non è servita a niente, i corsi di sostegno per migliorare la fase difensiva non hanno prodotti i frutti desiderati.

Senza dubbio gli “scolari” non sono tra i più bravi, ma l’allenatore di quante partite avrà ancora bisogno per capire che forse è il caso di cambiare modulo? “Io sono contento della mia fase difensiva, abbiamo contenuto l'Atalanta che ha un grande attacco”, dice il buon Raffaele e non vorrei che si offendesse se dissento un attimino dicendo che l’Atalanta si è contenuta da sola perché nel secondo tempo ha sbagliato tante di quelle occasioni sotto rete che la serata viola poteva finire molto peggio; anche per questo non capisco l’ottimismo del Mister nel ritenere quella di ieri “la miglior partita” da quando è arrivato tra noi.

Certo che non può dirci in diretta che i suoi ragazzi sono incapaci, ci mancherebbe, ma forse è il caso di provare altro perché sbagliare può starci, sia il tecnico che buona parte della rosa sono nuovi, ma perseverare potrebbe poi alla lunga costarci caro. “Non siamo obbligati a giocare a tre, possiamo giocare anche a quattro”, sono ancora parole del Direttore Sportivo viola, suona come un consiglio o forse un richiamo per l’ex Monza ma, a fronte di quanto asserisce Pradè vorrei chiedere a lui se onestamente può dirci in quale squadra di serie A, che ambisca a stare a buoni livelli, giocherebbero Ranieri Quarta e Biraghi nella difesa a tre. E menomale che molti si lamentavano del modo di difendere di Italiano…

Resta un po’ d’amaro in bocca per la gara di ieri contro l’Atalanta perché la Fiorentina era anche partita bene, aveva avuto un buon approccio al match e dopo 14 minuti era in vantaggio. La Dea è parsa spiazzata ma ci ha messo pochi minuti per pareggiare le sorti. Poi ci ha pensato Kean a riportarci in vantaggio e a farci riempire il cuore di gioia perché si vede che il ragazzo ha fame, ha voglia di fare bene e segna in tutte le competizioni, dal campionato alla Conference alla Nazionale, ma non basta per portare la Viola alla vittoria definita perché negli ultimi minuti del primo tempo prendiamo un uno-due che ci stende.

Ci sarebbe stato tutto il secondo tempo per dare un senso alla giornata, ma non siamo riusciti a riprendere il bandolo della matassa e abbiamo rischiato più volte di venire asfaltati dai nostri avversari. Se si pensava di recuperare il risultato con l’innesto di Ikonè e Sottil siamo all’assurdo ma a guardare bene, se devi dare impulso alla fase offensiva, gli uomini questi sono oltre a Kouamè e Beltran che, fra l’altro, pare sempre più avulso dalla squadra.

Nella simpatica varietà di commenti post partita ho trovato chiaramente un must che ogni tanto viene riproposto: non sono questi i campi dove fare punti! A parte che un applauso al campo e allo splendido stadio di Bergamo lasciatemelo fare, ma vi pare che nei precedenti incontri, fra campionato e coppa, la Fiorentina abbia fatto molti punti? Pareggi con tutti e vittoria ai rigori col Puskas, roba da urlo!

Non ci rimane che aspettare Gudmumdsson, che adesso devono per forza tirare fuori dall’armadio, perché abbiamo bisogno di qualcuno che dia una smossa al cammino viola sia dal punto di vista tecnico che emozionale.

La Signora in viola