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L'OTTIMISMO V(I)OLA...

di Tommaso Loreto

Verrebbe quasi voglia di non fermarsi....Poi, però, osservi le convocazioni in Nazionale, anche quella azzurra di Lippi, e ti accorgi che il viola è sparso qua e là per tutto il mondo. Al di là delle chiamate dei commissari tecnici, in casa Fiorentina ci si gode l'importanza dei primi tre punti esterni della stagione, e soprattutto i segnali di crescita evidenziati nella domenica del “Bentegodi”. Uno stadio dove, per inciso, la Fiorentina negli ultimi anni gioca con i pieni favori della Dea Eupalla.

La vittoria contro il Chievo consente a Prandelli di poter lavorare sul gruppo dopo la tempesta ormai dimenticata all'indomani del naufragio all'Olimpico contro la Lazio. Tanti segnali positivi, tante individualità in crescita, e svariati fattori sui quale c'è obiettivamente di che essere ottimisti. Oltre ai tre punti, e al solito Gilardino sul quale ormai soffermarsi diventa superfluo, la Fiorentina di Verona ha il merito di ritrovarsi grazie alla lucidità ritrovata di Montolivo, alla verve di un Vargas finalmente sui propri livelli e all'instancabilità di un Kuzmanovic tornato un “motorino” capace anche di segnare. Senza dimenticare la buona costanza con la quale si sta proponendo Semioli, o la sicurezza trovata da Comotto nel suo esordio da titolare.


Senza Mutu
, con un diciottenne in campo come Jovetic il quale, seppure necessiti ancora tempo prima di inserirsi completamente, fa vedere di saper “usare” il pallone, e con una difesa che al di là delle critiche non incassa gol da tre gare consecutive, la Fiorentina e Prandelli possono guardare al mese di ottobre con rinnovata serenità. Il peggio è passato, il raffreddore settembrino che aveva congelato lo spogliatoio sembra un ricordo lontano. E adesso non resta che continuare ad aspettare che le rose fioriscano. Infondo la vetta della classifica è a soli tre punti, e nel girone Champions i viola sono ancora totalmente in ballo. Come direbbe qualcuno, l'ottimismo vola...