L'ULTIMO GRADINO
Se non è Europa, poco ci manca. La Fiorentina espugna non senza un pizzico di fatica l'Artemio Franchi di Siena e consolida ancora di più la propria posizione in classifica, tornando a distanza di sicurezza dalla Roma (ko martedì sera contro il Chievo) e mantenendo le distanze con l'Udinese, corsara al Barbera contro un Palermo ormai dimesso che domenica a Firenze potrebbe ricevere il colpo di grazia per la cadetteria. Un successo importante quello dei viola, arrivato al termine di una gara di sacrificio e di carattere, dove la squadra ha sì palesato uno stato di forma ormai affaticato (ma chi, dopo 36 giornate di solo corsa e brillantezza, non lo sarebbe?) ma - al netto delle numerose assenze - è riuscita a compattarsi e a portare a casa tre punti basilari che di fatto sanciscono il ritorno in Europa della Fiorentina dopo due anni bui. Catastrofici.
Le note più liete arrivano sopratutto dalla cintola in giù: non soltanto infatti, in difesa, Rodriguez si è confermato tra i primi cannonieri della squadra gigliata (così come l'ennesima prova di livello di Compper ha dimostrato la bontà del suo acquisto) ma a centrocampo confortante è stata la prestazione del curioso terzetto Valero-Migliaccio-Fernandez, quest'ultimo assolutamente determinante nell'azione che ha portato al gol la Fiorentina. Note di demerito, invece, per l'attacco. Specie per quello schierato dal 1'. Escluso il solo Cuadrado (che anche questa sera ha corso come un matto per la sua fascia, sacrificandosi spesso e volentieri anche in fase di ripiegamento) hanno lasciato molto a desiderare per l'ennensima volta sia Stevan Jovetic, praticamente inesistente per 80', sia Marcelo Larrondo, in costante balìa della difesa senese ed incapace di creare pericoli.
Ma alla luce dell'importante successo esterno della Fiorentina (il settimo di questa stagione, un dato che eguaglia quello stabilito da Prandelli nelle sue prime due stagioni in viola) sarebbe fin troppo ingeneroso sottolineare cosa sia andato storto in una serata che praticamente riporta di peso la Viola in Europa. E poco importa se la Coppa che i gigliati affronteranno probabilmente non sarà quella, ben più nobile, dalle grandi orecchie: la consapevolezza di poter tornare in quella sospirata urna di Nyon è già la vittoria più grande.