L'ULTIMO TRENO
In principio fu Diego Della Valle a prendere la parola. Nello scenario, prestigioso, del lussuoso albergo fiorentino ove, qualche tempo dopo, Adrian Mutu avrebbe avuto uno dei suoi vari ring di strada con un non ben identificato libanese. In quella sede, l'allora patron gigliato, non poteva immaginare i terremoti in arrivo in casa Fiorentina, era l'autunno del 2008 e anzi i viola si avviavano a vivere stagioni europee indimenticabili, eppure aveva ben chiara la strada che la sua società avrebbe dovuto percorrere.
Uno stadio moderno e non solo, centri commerciali, alberghi, un parco a tema dedicato al pallone nonché alberghi e strutture ricettive. Un progetto presentato nelle sue linee guida, senza troppi dettagli materiali perchè, prima di tutto, era necessario capire la fattibilità della cosa. Di certo, da subito, fu chiaro a tutti che un'eventuale Cittadella Viola di quel tipo avrebbe sì rivoluzionato il mondo del calcio gigliato (budget incluso) ma al tempo stesso avrebbe preteso anche spazi francamente inimmaginabili in quella piccola culla adagiata fra le colline che è la nostra Fiorenza.
Tre anni più tardi, quel progetto è già una storia chiusa. Di quelle che fanno compagnia ad altre località che, come Castello, resteranno nella memoria dei tifosi viola per quel che non è stato fatto, piuttosto che per quanto realizzato. Eppure, tre anni più tardi, un'alternativa sembra esserci. E stavolta, a proporla, è l'amministrazione comunale e il Sindaco Renzi. In una sorta di dialogo a distanza che, dopo gli intoppi recenti, sembra rifiorito all'ombra delle nuove palazzine del centro sportivo viola, ex Campini.
Un'area inevitabilmente più piccola di quella immaginata per l'iniziale Cittadella di Diego, ma più grande di quella sulla quale la Juve ha da poco edificato il proprio nuovo stadio. Nella quale rinnovare la vita del tifoso durante la partita (l'idea di non prendere più l'acqua allo stadio è roba da non crederci per la maggior parte dei cittadini fiorentini) e magari anche prima e dopo. Con ristoranti, centri commerciali, e tutto quel circuito che potrebbe rientrare nelle casse gigliate rimpolpando la squadra. Senza contare l'effetto entusiasmo che un'operazione del genere potrebbe creare. Della serie "altro che 13.000 abbonamenti".
Certo, niente di paragonabile a quella che era l'idea originaria dellavalliana, ma pur sempre accattivante. Ecco perchè, il ritorno alla ribalta del nuovo stadio oggi si colora di un nuovo, moderato, ottimismo. Perchè, almeno, un'alternativa a quel “no” arrivato alla Cittadella dopo quasi tre anni, c'è. E perchè è difficile pensare che in casa Della Valle nessuno sapesse di questa eventualità, ottimismo del Sindaco incluso. E perchè, fra l'altro, la sensazione è che, in questo caso, dalle parole si potrebbe davvero passare ai fatti.
Servono, perciò, risposte in breve, possibilmente diverse da quelle vuote arrivate dal 2008 a oggi. Certo, stavolta è il Comune a proporre e la Fiorentina a dover rispondere, ma è anche vero che dalle incompresioni post-cittadella si potrebbe provare, tutti, a trarre insegnamento. Facendo in modo che l'ennesimo treno in arrivo in città, quello sullo stadio, non sia perso ancora una volta, in modo inerme. Sarebbe come continuare a farsi del male.