L'UNICA NOTA LIETA
Considerando che, a differenza di quanto accaduto a San Siro, dalla sconfitta di ieri è oltremodo complicato estrapolare indicazioni corali positive, meglio focalizzarsi su quella che è stata forse l'unica nota lieta, Dusan Vlahovic. Possiamo parlare di riscatto da parte del serbo, dopo la più che deludente prestazione offerta contro l'Inter, all'indomani della quale il centravanti era stato preso di mira dalle critiche.
Il tecnico Beppe Iachini aveva parlato di un giocatore abbattuto, ragion per cui i suoi rimproveri non si erano granché concentrati sugli errori di per sé. "Si può sbagliare ma poi bisogna rimanere sempre sul campo", l'osservazione dell'allenatore viola. In effetti sabato scorso il classe 2000 è parso riporre in men che non si dica i remi in barca a fronte del lapsus accusato al cospetto del club nerazzurro, vincente 4-3.
Se però, ieri, qualcuno è sembrato provarci fino all'ultimo in attacco quello è stato proprio Vlahovic. Subito pronto a consolare Kouamé, manchevole sotto porta, dal numero 9 gigliato è arrivato qualche lampo già nel primo tempo, per poi giungere definitivamente al gol nella ripresa, ben intercettando un tiro di Milenkovic. L'augurio è che la rete gli sia servita a trovare un po' di fiducia, ora più che mai necessaria.
Ciò non toglie che una eventuale cessione in prestito di Vlahovic farebbe con ogni probabilità il bene della squadra e del giocatore medesimo, spesso in grado di manifestare grandi potenzialità le quali tuttavia in una piazza comunque ambiziosa come Firenze è più complesso far maturare. Ed è innegabile, infine, che alla Fiorentina serva una punta d'esperienza, capace di tirar su la squadra nei momenti di maggiore difficoltà.