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L'UOMO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

di Tommaso Loreto

Domenica tutti allo stadio. E' l'appello che anche noi di Firenzeviola.it abbiamo voluto rilanciare insieme a quelli di Filippo Pucci e Walter Tanturli (LEGGI QUI). Contro l'Atalanta, del resto, servirà la miglior Fiorentina, e con lei anche il sostegno più ampio possibile dei suoi tifosi. Anche perchè, a ben guardare il campionato dei viola, non è da escludere che dagli spalti possano arrivare anche le prime congratulazioni dirette ai protagonisti. Il tecnico Montella, già omaggiato, qualche giocatore e chissà, forse anche il patron Andrea Della Valle. Ma in attesa di capire se e come torneranno anche i cori per la proprietà, c'è di certo un personaggio che già oggi merita gli applausi di un'intera città. Per come ha saputo calarsi nella nuova avventura professionale e nella dimensione fiorentina.

Per Daniele Pradè, del resto, non era poi così scontato un ingresso così positivo ed efficace. Sotto svariati aspetti. Eppure, dal mercato alla gestione della squadra, dalla comunicazione per così dire "istituzionale" fino alla richiesta di tutela (doverosa) nei confronti degli arbitri, il neo diesse viola non ha sbagliato niente. E se qualcuno potrebbe eccepire che, soprattutto sul mercato, Pradè è stato comunque aiutato da Macia (ma il lavoro di squadra, se coordinato, è una risorsa, non certo un limite) su alcune scommesse che oggi sembrano già pagare, il primo ad aver puntato alto è stato proprio l'ex dirigente giallorosso. Andando in modo diretto su Montella per la panchina, o richiamando Pizarro ed Aquilani al centro di una squadra proiettata verso l'Europa, o ancora ripulendo uno spogliatoio con l'arrivo di gente come Lupatelli o Toni.

Non bastassero le felici intuizioni sul meracato, poi, Pradè ha messo in campo anche nozioni ed esperienze da vero e proprio direttore generale. Restando sempre vicino al suo gruppo, ma senza snobbare gli impegni istituzionali e le sedi dove è sempre bene farsi vedere. Non più tardi di 48 ore fa, del resto, era lo stesso Pradè a invitare tutti a tenere i piedi per terra e a puntualizzare la situazione di Jovetic in una delle tante assemblee di Lega che la Fiorentina, negli ultimi anni, era solita snobbare. Anche su questo aspetto, l'arrivo di Pradè è stato vincente. Perchè al di là di qualsiasi considerazione sul "Palazzo" del calcio e sulle sue logiche, di certo l'assenza in Lega non aveva fatto altro che indebolire il club viola e la sua posizione. E senza togliere niente a Mencucci (tante altre volte comunque presente) il ritorno in Lega di un dirigente come Pradè, pronto a rispondere colpo su colpo a chi da Torino la vede solo come gli conviene e a difendere la propria squadra da sviste arbitrali in serie pur mantenendo intatta la propria signorilità, è un'ulteriore segnale di rinascita societaria. Quella stessa rinascita che sul campo ha riportato l'entusiasmo in città, e che lui per primo, questa estate, ha contribuito a ricostruire.