.

LA CLASSE CHE...HA FATTO ACQUA

di Luciana Magistrato

Con l'ufficialità di Federico Bernardeschi alla Juventus, dopo l'addio di Borja e Ilicic, e le trattattive in corso per Vecino all'Inter e Kalinic al Milan (sempre che non vada anche Badelj) finisce davvero un ciclo. Quello iniziato con Montella ma fatto finire realmente da Sousa che ha inasprito ancora di più, se mai fosse stato necessario, i rapporti tra la piazza e la società. Certo è che proprio la piazza, che è rimasta sempre a sostegno della squadra, da questi giocatori così importanti che se ne vanno meriterebbe un saluto altrettanto importante. Lo ha fatto solo Borja, a modo suo, ma su di lui non c'erano certo dubbi visto l'attaccamento alla città, lo fece addirittura Cassani che viene ricordato infatti più per questo suo pensiero verso la città e la tifoseria che per le sue giocate. Tralasciando Ilicic che con il pubblico viola ha avuto un rapporto di odio-amore, di sicuro da Federico Bernardeschi ci si poteva aspettare un saluto migliore, non tanto alla società e ai dirigenti, ben inteso, che probabilmente hanno anche sperato nell'operazione pur di guadagnare oltre 40 milioni, quanto alla gente che lo ha applaudito per 15 anni.

Quelle stesse persone di fronte alle quali si era preso la responsabilità di vestire un numero pesante come il 10, eredità di Baggio e Antognoni tra i campioni che l'hanno vestita. A dire il vero Bernardeschi l'ha anche onorata quella maglia anche se una vera e propria continuità di rendimento (visto il suo valore) non l'abbia trovato fino in fondo. Ma è bastato l'entusiasmo dei tifosi bianconeri a fargli dimenticare gli anni passati in viola, anche a giudicare dalle prime parole con le quali ha ringraziato tutti, e soprattutto dire già Forza Juve e Fino alla Fine, ma non ne ha trovata una per ringraziare Firenze. Fa sempre in tempo per carità, ma se capisse veramente quanto si sente tradito un tifoso che lo vede svestire così velocemente e a cuor leggero la maglia viola, qualche parola di saluto l'avrebbe forse trovata invece di forza Juve appunto. E se la classe calcistica di Bernardeschi è innata e sicura, quella umana e nei congedi verso chi ti amava forse non è proprio emersa. Peccato.