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LA DEPRESSIONE VIENE AI TIFOSI CHE EVOCANO LA CORSA SUL VIALE DEI MILLE

di Sonia Anichini

Quando si dice “ci hanno fatto vedere le streghe” facciamo il riassunto stringato della partita di ieri della Fiorentina contro il Benevento, noto appunto come la città delle streghe. Mai fidarsi di queste “signore”, ma nemmeno dei “signori” che sono andati in campo con la maglia viola alla prima al Franchi del Prandelli 2. Nei miei sogni di tifosa, illusa delle doti della mia squadra, avevo anche pronosticato un secco 3-0 e tutti felici a festeggiare questo nuovo corso, ma così non è stato e la rabbia è tanta. Ho nel cuore Cesare e capisco il suo sfogo e la sua amarezza, l’aver dichiarato la sua delusione e la consapevolezza che “c’è da lavorare tanto, ma veramente tanto” e non riesco a vedere nessuna colpa nel suo operato, e sarebbe folle solo pensarlo visto che è appena arrivato. Sono invece da tempo con noi i ragazzi che adesso si trovano senza il parafulmini di Iachini e sono costretti a prendersi le loro responsabilità per la gara imbarazzante che hanno fatto domenica.

Lo schema tattico del Mister, evocato da mesi dai più, non ha apportato nessun miglioramento al gioco viola anzi, se possibile, mi è parso che sia andata peggio di sempre. La squadra è sembrata sempre moscia, senza idee e senza costrutto, con una forma fisica approssimativa e quella mentale…lasciamo stare. Se Pradè dice che alla prima difficoltà il gruppo è andato in depressione, non immagina nemmeno in che stato di prostrazione siano i tifosi. Ma che sono dei bambini che non sanno gestire il loro fisico e il loro stato psicologico? È possibile che l’uscita di campo di Ribery, che fra l’altro non stava giocando nemmeno bene, li abbia fatti sentire soli e abbandonati al loro crudele destino? Parlano sempre di dovere dare il meglio, di impegno, di reazione e poi si perdono in un bicchiere d’acqua o peggio perdono con una neopromossa e concedono, come d’ordinanza, il primo gol in seria A al giocatore del giorno che ieri portava il nome di Improta.

Comincio ad avere le scatole piene dei discorsi, di tutti, dal presidente al DS ai calciatori e faccio loro presente come sia facile giocare con uno stadio vuoto. Mancherà certo il sostegno, ma penso che siano molto più sereni perché da tempo sarebbe già piovuto su di loro il nostro malcontento. Ci sarà un motivo se ieri sui social l’evento più evocato è stata la famosa corsa sul viale dei Mille che vide nel lontano ’75 Desolati e Speggiorin come protagonisti di una fuga dalle ire dei fiorentini? Un evento che oggi può far sorridere, impraticabile per il calcio moderno e la distanza siderale fra pubblico e squadra, a prescindere dal maledetto Covid, ma che viene spesso tirato in ballo come esempio quando si vorrebbe più attaccamento e professionalità da parte dei calciatori viola.

Andranno fatte anche le dovute considerazioni sul valore dei singoli e sull’operato del responsabile del mercato. Vedere giocare contro il Benevento Lirola e Duncan e pensare a quanto ci sono costati fa accapponare la pelle e non per il freddo. Pensare al rinnovo di Biraghi a 1,8 milioni l’anno fa venire qualche dubbio e sperare che l’abbiano fatto firmare a quello più bravo che ogni tanto azzecca i cross e non a quello visto ieri che oltretutto, con un suo errore, ha dato il via all’azione del vantaggio avversario. Se affondiamo poi il coltello nell’annoso discorso del centravanti, viene d piangere. Non abbiamo fatto un tiro in porta e nessuna azione che abbia impensierito Montipò (che cognome simpatico!) e Vlahovic non ha dato notizia di sé, se escludiamo un tacco su cross di Lirola, come non l’hanno data Cutrone né Kouame. Una desolazione assoluta!

Credo che Cesare si sia preso un impegno pesantissimo e lo ha fatto sicuramente per il grande amore verso la Viola e Firenze, ma che lo aiutino tutti perché rischiamo di passare un ennesimo campionato di tribolazioni.

La Signora in viola