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LA DURA VITA DA VICE-BADELJ

di Giacomo A. Galassi

Poteva essere la prima da titolare per l'acquisto di gennaio Bryan Dabo, invece Fiorentina-Chievo è stata l'occasione per rivedere in campo un giocatore che da un po' di tempo non calcava il campo da gioco, specialmente il Franchi: Sebastian Cristoforo.

Per l'uruguagio acquistato dai viola nell'estate 2016 dal Siviglia è stata la prima partita dal 1' minuto in campionato e la prima in cui ha messo piede in campo al Franchi, e anche se è difficile dare un giudizio alla sua gara vista l'inevitabile ritmo di gioco perduto, Cristoforo ha senza dubbio dato delle indicazioni a Pioli.

Gli errori alternati a buone giocate vanno valutate inevitabilmente in un'ottica diversa da quella consueta, tenuto conto delle 3 presenze e dei 48 minuti totali giocati in questa stagione prima della sfida con il Chievo Verona, gli ultimi contro il Benevento il 22 ottobre 2017. Ciò che è certo è che il modo di interpretare il ruolo di metronomo di Cristoforo (preso inizialmente come vice-Borja Valero, va ricordato) è diverso da quello di Badelj, la cui assenza si è sentita soprattutto considerata l'ultima prestazione del croato a Bergamo.

Cristoforo comunque non ha fatto una prestazione da bocciatura, ma anzi ha dimostrato di essere un giocatore che nelle rotazioni può stare. Certo, non è il talento che potrà far risalire i viola in classifica, però la sensazione è che sul suo conto sia stata presa una decisione troppo presto da parte dello staff tecnico. Non va dimenticato inoltre la confusione nata dopo le parole di Corvino in conferenza stampa, seguite da un comunicato (leggi qui) sulle qualità del centrocampista e di Sanchez e Maxi Olivera.

Il futuro di Cristoforo, come quello di qualche altro giocatore viola, resta tutto da scrivere. Il contratto scade nel 2021 e già in gennaio l'uruguagio è stato vicino alla cessione, per cui la dirigenza viola dovrà prendere una decisione anche su di lui.