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LA FIORENTINA DI SINISA, Dalla tattica alla filosofia

di Matteo Magrini

La Fiorentina cambia. Non nella forma, forse, ma sicuramente nel colore. Il 4-2-3-1 resta il punto di partenza ma l'interpretazione del modulo sarà diversa rispetto a quando accadeva con Cesare Prandelli. E non potrebbe essere altrimenti.

Perchè se è vero, come è vero, che Sinisa Mihajlovic è il perfetto opposto del neo c.t dal punto di vista caratteriale, tale differenza non potrà che trovare piena realizzazione sul campo. Tanto educata e stilosa la Viola che fu quanto cattiva e “maleducata” quella che a Cortina ha mosso i primi passi.

DIFESA ALTA – E' il vero marchio di fabbrica della nuova Fiorentina. I viola erano abituati ad abbassare più uomini possibili dietro la linea del pallone per poi ripartire. Con mister Sinisa no. Il mister vuole che la linea dei quattro sia altissima e perchè questo sia possibile serve un pressing ultraoffensivo. Per farla breve. Il centravanti e la batteria dei trequartisti saranno il vero ago della bilancia in fase difensiva. Se riusciranno ad attaccare fin dall'inizio dell'azione i difensori avversari allora i due mediani viola potranno “alzarsi”, e con loro il pacchetto difensivo. Solo così il “progetto Barcellona” può tramutarsi in realtà. Il segreto dei blaugrana è proprio questo. Recuperare palla il“più avanti possibile” per poi aver meno strada da coprire in ripartenza.

GIOCO CORTO, GIOCO LUNGO – Mai banale, il meno possibile monotona. La manovra offensiva nasce sotto questa stella. Due, massimo tre tocchi corti prima del cambio di gioco. Ecco il credo di Mihajlovic per la fase d'attacco. D'Agostino e Montolivo, in questo senso, sono l'ideale. Uno bravissimo nel gioco breve (Montolivo), l'altro maestro nelle verticalizzazioni improvvise. Uno cuce e l'altro taglia. Il centrocampo viola sarà cosa loro. “A me hanno insegnato che se il pallone lo tieni tu difficilmente possono farti gol”. Sinisa Mihajlovic come Liedholm. Almeno nelle intenzioni.

ESTERNI LARGHISSIMI – In questo la Fiorentina che va nascendo sarà più simile a quella del passato. Molto dipenderà dagli interpreti, ovvio, ma le ali del 4-2-3-1 dovranno fungere da punti di riferimento per i cambi di fronte dei due mediani. Piedi sulla linea laterale e uno contro uno appena possibile. Questo chiede il nuovo tecnico agli esterni. A sinistra Vargas, a destra Marchionni. Con le dovute differenze. Il peruviano infatti difficilmente entra dentro il campo. Il suo obiettivo si chiama linea di fondo e a quella mira. L'ex Juventus invece è più “trequartista” e spesso taglia verso il centro per prendere palla tra le linee e per lasciare spazio al terzino che sale. Quando invece sulla fascia mancina giocherà Ljajic l'interpretazione cambierà. Il piccolo principe ama infatti avere il pallone tra i piedi e vivere nel cuore dell'azione. Ed è quello che gli chiede Mihajlovic che non a caso lo vede più come alternativa a Jovetic, alle spalle di Gilardino.

TREQUARTISTA – Deve fare goal. Punto. Stevan Jovetic deve abituarsi perchè su questo tasto l'allenatore batterà violento. L'uomo alle spalle della prima punta deve essere cattivo, deciso, cinico. JoJo ci sta provando (a Cortina tirava da tutte le parti) ma ancora non ha il gol “dentro”. L'ideale sarebbe, è, Adrian Mutu. Il rumeno è la dimostrazione pratica di quello che chiede Mihajlovic. Un animale quando attacca l'area di rigore, spietato quando calcia in porta. Se lo chiamano Fenomeno un motivo ci sarà. O no? Per quanto riguarda i movimenti, del trequarti, niente di rivoluzionario. Deve essere sponda del centravanti e regista della manovra offensiva. Da lui devono passare tutti i palloni ed è lui a dover inventare. In pratica, l'uomo decisivo. E non è un caso se Sinisa in questi giorni ha caricato a pallettoni Jovetic. Quel posto è suo.

LIBERTA' E CATTIVERIA – Dalla tattica alla filosofia. La “Rivoluzione Mihajlovic” nasce da qua. Dall'atteggiamento, dall'Idea di calcio. Partiamo dal primo concetto. La libertà. Con Prandelli ogni singolo giocatore, mezzapunta compresa, aveva precisi ordini tattici. Con il serbo la storia cambia. “Ho giocato a calcio fino a poco tempo fa e so che gente come Jovetic deve essere lasciata linera, non può essere vincolata”. Fantasista si chiama e fantasista deve essere. Ovvio, in fase difensiva un piccolo sacrificio sarà chiesto a tutti, ma con la palla tra i piedi chi ha talento è libero di agire secondo l'istino. Il mister da un'idea, un concetto di gioco, gli uomini la completano secondo il momento. Poi c'è lo spirito, quello che deve contraddistinguere la nuova Fiorentina. Cattiveria e aggressività. Qualche volta, perchè no, maleducazione. In senso calcistico, ovviamente. Vuol dire che se ogni tanto c'è da entrare duri lo si fa e pazienza se arriva il cartellino. La Viola in formato Sinisa ha un dogma. “Cattivi divertendosi”. La strada l'ha tracciata il mister. Adesso seguitelo.