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LA FIORENTINA SCOPRE IL SUO JOKER: IL SORRISO DI PSYCHO-OLI SULLA FOLLE SERATA DEL FRANCHI

di Alessandro Di Nardo

Succede che in una glaciale serata di inizio dicembre, un match contro il Parma valevole per un marginale angolo del tabellone di Coppa Italia, si trasformi in una tre ore di thriller. Mistero perenne di uno sport che anche ieri ha mixato paura, frustrazione e redenzione, fino all'apoteosi dei calci di rigore. Una sceneggiatura folle per personaggi folli e così si è dimostrato Oliver Christensen. 

Il ventiquattrenne di Kerteminde, provincia estrema danese sull'isola di Fuen di cui porta orgogliosamente un ricordo sulla schiena (53 sono i numeri iniziali del codice postale di Kerteminde) è l'ultimo ad avere la parola nel lungometraggio del Franchi. Quando tutto intorno brucia, anche sul 2-0 Parma, mentre i compagni si sfaldano e i diecimila del Franchi sbuffano rimpiangendo la coperta di casa, Christensen rimane in piedi. Salva prima in uscita su Mihaila, poi sulla testata di Circati e infine stoppa per due volte Man lanciato in campo aperto nel cuore dei supplementari. Tutto questo condito da uno sguardo di ghiaccio e da un ghigno da super-cattivo.

Sull'orlo del precipizio Christensen si è messo a ballare e Firenze ha scoperto la qualità più innata di un portiere, la scintilla di follia mostrata poi anche nella sequenza dei rigori, quando il danese ha dominato psicologicamente, restringendo la porta a forza di trash talking a Man e Camara e iscrivendosi in qualche modo nella storia viola, visto che l'ultimo portiere a superare da vincente la lotteria dei rigori in viola era stato Seba Frey, al Goodison Park contro l'Everton, nel 2008. 

Dalla ghiacciaia del Franchi spicca soprattutto lui, l'omone di un metro e novanta che a fine gara ha scaldato tutti con una corsa senza freni sotto la Fiesole: ecco quindi che la Fiorentina può aver guadagnato dalla serata di ieri non solo il pass per i quarti, ma un possibile nuovo leader emotivo dallo sguardo glaciale e il sorriso da Joker.