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LA LEADERSHIP DI RICKY

di Tommaso Loreto

Parole da leader vero, quelle di Ricky Saponara, dopo che in campo lo stesso Italiano aveva lanciato chiari segnali. La seconda settimana di ritiro si apre diversamente dai primi giorni trentini, quasi che il tecnico avesse già voltato pagina dopo allenamenti e sgambate in amichevole. Mentre la consueta cornice di pubblico sulle tribune sottolinea con applausi ogni gesto tecnico nel corso della partitella a metà campo, l’allenatore non concede sconti, e d’altronde dopo i primi giorni di lavoro adesso la preparazione si fa gioco forza più impegnativa.

Impiega poco Italiano a spronare ulteriormente i suoi, lo fa con chiari riferimenti a chi è andato oltre i propri limiti, come l’Atalanta giunta a pochi minuti dalla semifinale di Champions League di due anni fa. Non un gruppo di oltre 20 giocatori, ma uno spogliatoio capace di trovare dentro di sè ulteriori motivazioni per gettare il cuore oltre l’ostacolo (LEGGI QUI). Concetti che poi Saponara riporterà anche in sala stampa, dopo un approccio da vero e proprio leader quale ormai è diventato.

Che il feeling tra Riccardo e il tecnico fosse stato determinante nella sua rinascita calcistica si era già intuito, ma il Saponara intravisto qui a Moena sembra ulteriormente cresciuto, diventato sempre più consapevole del suo ruolo anche fuori dal campo. Niente che debba anticipare eventuali sviluppi futuri, magari da dirigente, al contrario segnali di una leadership che si è guadagnato partita dopo partita nell’ultima stagione. Tanto da diventare un punto di riferimento per tutto il gruppo, che si tratti dei più giovani o degli ultimi arrivati, e un capitano aggiunto chiamato a guidare la Fiorentina in una stagione europea nella quale nessuno vuol porsi troppi obiettivi e soprattutto limiti.