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LA MANO DI MONTELLA SULLA DIFESA: RIPARTIRE A TRE DIETRO

di Mattia Verdorale

La Fiorentina di Montella riparte dalla difesa. Quel reparto difensivo che nella prima parte di stagione era solido e compatto e difficile da superare (tanto è che nelle prime otto giornate di campionato la Fiorentina subì solamente sei gol). Nel 2019 quella linea da quattro che sembrava così solida ha iniziato a barcollare e a sgretolarsi, complice anche il lungo infortunio di German Pezzella nel mese di febbraio, e quella diga formata da Pioli ha iniziato ad imbarcare acqua da tutte le parti. Con un attacco che aveva incominciato ad ingranare e ad essere più prolifico del solito, allo stesso tempo la difesa subiva più gol di prima.

Montella è andato subito a curare quel reparto. Infatti la Fiorentina prima della gara di ieri aveva subito sempre almeno un gol nelle nove gare precedenti (l'ultimo incontro nel quale i gigliati non avevano subito reti risaliva al 10 febbraio nello 0-0 al San Paolo con il Napoli). In queste nove gare (comprese anche la sfida di Coppa Italia con l'Atalanta) la squadra di Campo di Marte aveva subito la bellezza di diciasette gol, quindi quasi due gol ogni 90 minuti. Domenica la porta è rimasta inviolata, segno che Montella la mano l'ha già messa.

Lo stesso mister viola in sala stampa dopo la gara ha motivato così la sua scelta di giocare con la difesa a tre: "Ho visto una squadra che ha concesso forse un gol nel primo tempo e la ripartenza da calcio d'angolo. Ho notato che manca un po' di comunicazione tra i nostri difensori e quindi ho scelto Ceccherini che è uno che legge bene le situazioni trasmettendole ai suoi compagni e parla molto". L'Aeroplanino ha fatto trapelare come ci fosse poca comunicazione tra i difensori e di aver schierato uno come Ceccherini proprio per risolvere questo problema. Il modulo sarà il 3-5-2 (anche se ieri visibilmente la Fiorentina in fase di non possesso si schierava con il 4-4-2). Dopo aver giocato più di metà stagione a quattro, la rivoluzione riparte dal reparto arretrato con un interprete in meno.