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LA NEVE, Il calcio e l'Italia che non cambia

di Cosimo Lippi

Puntualmente ritorna. La neve cade ed ogni inverno l'Italia è in apprensione. Chi non si ricorda la nevicata del dicembre 2010, che in poche ore bloccò Firenze e con essa tagliò per un giorno l'Italia in due. Questa volta sembra che la lezione sia stata imparata e prefetti e sindaci sono in prima linea pronti ad affrontare l'emergenza. Già da alcuni giorni Renzi recita il mantra dei mezzi a disposizione e così fa il suo collega Virginio Merola a Bologna, pronti al peggio, alla situazione disperata. Per ora in realtà la situazione è sotto controllo, la neve cade abbondante su Bologna da ieri e sappiamo oramai che non si giocherà la partita di stasera. La Fiorentina invece sta facendo ritorno a casa, e la l'emergenza neve (piuttosto flebile a dir il vero) è stata finora gestita bene. Ricordiamoci che nel 2009 l'attesissima partita con il Milan fu rinviata all'ultimo creando non pochi disagi; mentre un anno dopo, nonostante la neve, la partita con l'Inter era già stata rinviata per permettere ai nero-azzurri di partecipare al Mondiale per Club. A Firenze successe solo che l'allenamento fu sospeso e tutti in ferie con un giorno di anticipo. Oggi siamo da capo e si è deciso solo stamattina che la partita fosse destinata al rinvio, stando alle valutazioni e considerazioni del prefetto di Bologna oltre che degli altri organi competenti.

A questo punto non possiamo fare altro che approvare le parole di Behrami, twittate ieri pomeriggio, quando ancora non c'erano certezze sul da farsi, che con un misto di polemica e ironia, si chiedeva come fosse possibile giocare in queste condizioni a gennaio con il rischio che i giocatori si facciano male e obbligando gli spettatori a seguire le partite in condizioni proibitive. In effetti il problema si ripresenta ogni anno e potrebbe essere un argomento sul tavolo della Federazione, quello di fermare il campionato nei mesi invernali, fin quando le condizioni meteo non tornino accettabili. Per ora sembra essere un'ipotesi remota, perché bisognerebbe rimettere mano ai già affollati calendari dei campionati, e rimettere in discussione i contratti con le TV che non possono permettersi di avere un lungo stop nei mesi invernali. Una decisione complicata che dovrebbe mettere d'accordo non poche parti in causa, nonché le squadre stesse, visto che a nostro avviso la soluzione più immediata potrebbe essere quella di un ritorno della seria A a 18 squadre, potendo dare respiro alle formazioni di serie A che oramai si ritrovano a giocare ogni pochi giorni. Sicuramente vanno in questo senso le importanti parole di oggi di Damiano Tommasi: "Stiamo vivendo una situazione eccezionale dal punto di vista meteorologico, ma vanno rivisti i calendari, magari aumentando il numero di partite in periodi dell'anno in cui il clima e' migliore", che prende in considerazione un problema che 'eccezionale' non può più definirsi.

Ad oggi non ci resta che fare come al solito, quello di procedere un po' a tentoni e facendo prova di divinazione sul nostro futuro meteorologico, aspettando sempre all'ultimo per decidere cosa fare. Certo ci congratuliamo della decisione presa con mezza giornatadi anticipo di non giocare, ma la sensazione è che ciò sia avvenuto perché la neve aveva già abbondantemente ricoperto gli spalti e il campo. Una decisione facile, mentre di solito ci ritroviamo tutti alle finestre (chiuse per il freddo), giocatori, dirigenze, e ovviamente quei tifosi che nonostante si siano procurati i biglietti in anticipo e siano disposti ad sopportare qualsiasi condizione, non sanno mai cosa aspettarsi per un mercoledì sera di una normalissima e gelida giornata di gennaio. D'altronde sappiamo tutti che in Italia se nevica, la colpa è della neve.