LA NOTTE DI PEPITO
Questa notte a San Paolo col Palmeiras, Pepito tornerà finalmente in campo. Non da titolare, non con la pretesa di tornare a gonfiare la rete dopo pochi minuti, ma con la consapevolezza di potersi mettere alle spalle i ricordi dell’ultimo infortunio e le tossine del ritiro azzurro trasformato in una grande delusione tirando i primi calci al pallone sotto gli occhi dei 20.000 del Pacaembu. Giuseppe Rossi si riprende finalmente la Fiorentina mettendo la parola fine sulle tante, tantissime voci relative alla sua condizione fisica. Il suo, di fatto, sarà un debutto in pieno stile (ritroverà sulle spalle la maglia numero 22 che mancava ormai da oltre due anni), tra aspettative e sogni di rivincita. Nessuno può far finta di non ricordare che l’attaccante viola ha vissuto momenti di dolore e di paura, nessuno può pensare che i rischi siano solo una sorta di cattivo augurio, un blocco psicologico che in queste settimane - specie a Moena - ha limitato il talento del giocatore. Rossi ora sta bene. Tanto bene da giocare forse già un tempo della partita a San Paolo, la prima del suo precampionato con la Fiorentina.
Rossi ha già mentalmente archiviato tutte le tossine, anche quelle, dannosissime, arrivate dall’ex ct Cesare Prandelli, che gli sono piovute addosso direttamente dal Bosforo in una tranquilla estate negli USA: «Lui è il passato e io penso solo al futuro» aveva dichiarato senza mezzi termini in Val di Fassa. Intanto Rossi si riprende la Viola poi, da settembre, ricomincerà a sognare la maglia azzurra. Un sogno che qualsiasi nuovo selezionatore - da Conte a Mancini - non potrà ancora una volta sottrargli. Ma per ora, davanti agli occhi di Pepito, c'è solo la maglia di Firenze. Anche se, per questa notte, appena per uno scorcio di gara. Aspettando di nuovo l’Olimpico, là dove Rossi è già tornato dopo l’infortunio nella vergognosa notte della Coppa Italia.