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LA NUOVA BIBBIA VIOLA: 4-3-3, DUE CENTRALI TECNICI E UN PLAY

di Dimitri Conti

La conferenza stampa fiume di ieri, vista la sua durata di un'ora circa, che ha visto come protagonista il rientrante ds viola Daniele Pradè, ha lasciato dietro di sé tantissimi temi di analisi, passando dalle strategie economiche fino a quelle di mercato, senza scordarsi delle ambizioni e delle possibilità. In più il direttore sportivo ha di fatto regalato una sorta di Bibbia Viola 2.0, in cui ha spiegato le fondamenta ideologiche sulle quali si reggerà questo suo nuovo corso nella Fiorentina, accanto al suo fedelissimo Vincenzo Montella.

Se infatti la parola d'ordine della conferenza è stata "calma", e per i nomi dei nuovi acquisti sembra esserci ancora del tempo da attendere ("Il primo mi aspetto di farlo intorno al 10 agosto", ha dichiarato Pradè, ndr), l'occasione si è invece rivelata buona per rivelare i principi fondanti del prossimo mercato: la squadra a disposizione di Montella sarà basata su un 4-3-3, qui però subentra anche un certo tipo di flessibilità degli interpreti per dare la possibilità al tecnico di cambiare le carte in corsa, e soprattutto dovranno esserci due difensori centrali tecnici, capaci di impostare in modo pulito dal basso, e anche un playmaker di centrocampo che agisca davanti a loro. Il nucleo centrale, insomma.

Andando a vedere la rosa, si può capire come ad oggi tutte queste risorse non ci siano. Partendo dalla mancanza più evidente, quella del regista di centrocampo. Lì sarà necessario uno dei primi interventi del ds, dato che per precisa volontà tecnica la scorsa stagione fu impostata da Corvino e Pioli senza l'utilizzo di un vero e proprio play. In tal senso piaceva Ismael Bennacer, e in realtà piace ancora, ma adesso il Milan sembra aver superato di prepotenza la Fiorentina nell'affare, e pare vicino a chiudere.

Sul capitolo difensori, i due titolari allo stato attuale delle cose, capitan German Pezzella e il '97 serbo Nikola Milenkovic, compongono una coppia di centrali piuttosto solidi, anche se la capacità di impostare con tecnica dal basso non è esattamente la prima caratteristica a balzare in mente quando li si vede in azione. Qui sembra meno chiaro il futuro, e il nodo sta nel capire se i due abbiano i requisiti richiesti da Montella. Entrambi, quando avevano il pallone tra i piedi, fin qui hanno spesso preferito le giocate semplici alle verticalizzazioni rischiose, ma l'allenatore vuole vederli alla prova sul secondo terreno. La sensazione è che sul giovane ex Partizan ci sia più margine per una crescita, anche se le doti di leadership dell'argentino nel gruppo non hanno molti eguali. Gli altri due in squadra, Federico Ceccherini e Vitor Hugo, sembrano invece tagliati abbastanza fuori.