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LA NUOVA FIORENTINA, Cattiva ed elegante

di Matteo Magrini

E' una Fiorentina che piace. Ieri, nel corso dell'amichevole contro il Figline, abbiamo visto all'opera una squadta che trasmetteva una gran voglia di fare. Prandelli, in panchina, appariva tranquillo, dava indicazioni, richiamava, ma la sensazione è che i suoi uomini gli stessero piacendo. Il mister sottolineato nel dopo - gara: " I nuovi patiscono i carichi di lavoro, mentre chi è abituato a lavorare con noi va già benino". Se questo è il pensiero del Mago di Orz, beh, non possiamo che dirci molto ottimisti. Sono stati proprio i nuovi infatti, oltre ad Osvaldo, a regalare gli spunti migliori, mostrando di aver già raggiunto un eccellente grado di intesa con gli altri compagni.


Guardando all'opera la Fiorentina di ieri, soprattutto nel secondo tempo, si è potuto vedere quella che è l'idea di gioco di Prandelli per i viola da Champions. Grande aggressività a centrocampo, con Melo che rispetto a Liverani, pur giostrando davanti ai difensori, si alza molto di più in pressing, per sfruttare il suo strapotere fisico, permettendo ai quattro della linea difensiva di salire e di accorciare la squadra. Questo era stato forse uno dei problemi dell'anno passato: tanta distanza tra i reparti con Pazzini che spesso si ritrovava da solo, con il solo Mutu vicino. La presenza di Melo permette a tutta la squadra di stare più corta. Come era ipotizzabile, il gioco sulle fasce è affidato in gran parte ai terzini, che rispetto all'anno passato hanno molto spazio in più , dato che Mutu e Jovetic giostrano tra le linee e in posizione molto più accentrata rispetto alle due ali quasi pure del 4-3-3 classico della Fiorentina. Manca ancora Vargas, ma Zauri ha mostrato voglia e gamba per essere qualcosa di più di una semplice alternativa.


Interessante il ritmo della manovra. I viola sembrano andare nella direzione tracciata dalla Spagna negli ultimi Europei. Grande possesso palla, ma a due tocchi, mai un torello stucchevole, ma sempre una manovra che ha come obiettivo la verticalizzazione nel minor tempo possibile. Senza fretta però. La Fiorentina 2008/2009 è una squadra con i piedi buoni. Melo sembra non perdere un pallone, lo sa difendere e giocare come pochi, sembra davvero essere quel giocatore "alla Vieria" che da tanto manca a Firenze, gli altri centrocampisti hanno tutti i piedi buoni. Montolivo e Kuzmanovic dovrebbero essere gli interni titolari del centrocampo a tre, con Donadel "titolare aggiunto". L'obiettivo di Prandelli è quello di costruire una squadra che non butti mai via la palla e che però, in fase di non possesso, si trasformi in un animale feroce, voglioso di strappare la palla agli avversari. L'impressione è che il centrocampo viola sia stato copstruito seguendo le orme tracciate prima dalla Juve di Capello e poi dall'Inter di Mancini: tanta forza fisica abbinata ad una buona qualità.

 

Davanti è molto interessante analizzare la posizione che assumono Jovetic e Mutu. Spesso i due partono dall'esterno ed "entrano dentro al campo", per stazionare tra le linee di difesa e centrocampo avversarie. Anche questo rientra nell'ottica del nuovo progetto tattico di Prandelli: comandare il gioco. Avere due trequartisti davanti ai mediani, permette a questi ultmi di avere più facilita di appoggio, più soluzioni di passaggio, ed inoltre permette al centravanti, Gilardino o Pazzini che sia, di poter scaricare la palla più velocemente. Sarà proprio sulla trequarti che la manovra viola dovrà illuminarsi, diventare elegante. Da lì dovranno nascere le giocate di classe che sorprendano gli avversari.


Insomma, la Fiorentina da Champions sta nascendo. Lo spettacolo, il bel gioco, il divertimento sono ancora lontani ma vedendo lavorare questi ragazzi si vede la voglia di imparare, di seguire i dettami del Professor Prandelli il quale, dal canto suo, ha già fatto vedere chiaramante che squadra vuole. Una squadra famelica, cattiva quando non ha la palla, che vada a strapparla agli avversari; una squadra che diventi armoniosa, bella, ma anche concreta quando attacca. Insomma, una squadra moderna, una squadra che voglia e sappia vincere. In poche parole: una grande squadra