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LA NUOVA LINEA DEL CENTROCAMPO A 5 E IL SACRIFICIO DELLA TREQUARTI

di Mattia Verdorale

Nell'ultima partita contro l'Atalanta Raffaele Palladino ha apportato un cambiamento tattico significativo, passando dal consueto 3-4-2-1 al più solido 3-5-2. Questo cambiamento è stato una mossa strategica volta a rafforzare la squadra nella zona nevralgica del campo, permettendo un maggiore controllo del possesso palla e un miglior equilibrio tra difesa e attacco. In effetti la Fiorentina, fino al blackout verso la fine della prima frazione, si era distinta per la qualità di gioco mostrata. Anche lo stesso tecnico viola a fine partita ha riconosciuto alla squadra quei 44 minuti, dove effettivamente la Fiorentina è sembrata girare in maniera totalmente differente. 

L’impatto sui trequartisti: meno qualità, più quantità
Se è quindi plausibile che Palladino continuerà su questa strada, è altrettanto vero che questo porterà qualche implicazione sul ruolo dei trequartisti, tradizionalmente fondamentali nell’assetto precedente. Con il modulo 3-4-2-1, Palladino aveva puntato su un attacco dinamico, con due trequartisti dietro l'unica punta. Questa configurazione permetteva grande fluidità in fase offensiva, con i due fantasisti liberi di muoversi tra le linee, creando superiorità numerica e spazi per le incursioni offensive. Nel nuovo 3-5-2, invece, l'accento è posto su un centrocampo più affollato e compatto, dove viene maggiore densità nelle zone centrali del campo, ma inevitabilmente riduce lo spazio e le opportunità agli interpreti della trequarti. 

Più spazio in mezzo, meno spazio sulla trequarti
Questa transizione tattica, probabilmente dovuta al fatto che anche il rendimento dei trequartisti in questo momento non è dei migliori, comporta che in futuro ci sarà meno spazio per i vari Colpani, Ikone, Sottil e Kouame che inevitabilmente avrebbero trovato più spazio nel 3-4-2-1. A vantaggio dei centrocampisti, visto che Adli, Richardson, Bove, Cataldi e Mandragora avranno sicuramente più chanches di giocarsi una maglia da titolare che non sarà più per 2 posti ma per 3. Un discorso simile può essere fatto per Beltran che, considerato dal tecnico per sua stessa ammissione più un’alternativa a Kean che non una seconda punta, potrebbe fare fatica a trovare spazio con il rientro di Gudmundsson.