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LA PAURA DEL DIAVOLO

di Pietro Lazzerini

A -1 dal Milan sognare è più che lecito. Come del resto è normale che la Fiorentina stessa si sia trasformata in un incubo per tesserati e tifosi rossoneri. Non è una novità infatti, che nelle ultime settimane il tema più affrontato dalla società di Berlusconi sia stato proprio la squadra di Montella. Già prima della gara del Franchi finita in parità, l'attenzione dei media milanesi sulla Fiorentina era aumentato in modo spasmodico, fino a trasformarsi in tensione con i fatti che hanno coinvolto Adriano Galliani ed alcuni tifosi gigliati durante la sfida del 7 aprile scorso. Lo stesso amministratore delegato della società di Via Turati negli ultimi giorni è tornato a parlare della sfida per la Champions League con una frequenza quantomeno inusuale. Anche ieri sono rimbalzate direttamente da Milano queste dichiarazioni: "Non butteremo via il lavoro fatto fin qui". Parole che sottolineano la pressione che la squadra di Allegri subirà nelle prossime cinque giornate di campionato. Anche la Gazzetta dello Sport questa mattina, ha riletto la situazione che sta vivendo Riccardo Montolivo, una sorta di "paura" di veder sfilare la massima competizione Europea dopo la grande rincorsa rossonera, proprio in favore della sua ex squadra. Non solo. Lo stesso Berlusconi avrebbe deciso di non rinnovare la fiducia al tecnico del Milan in vista della prossima stagione proprio dopo il pareggio contro i viola, sottolineando come l'unica volta in cui la sua società non ha partecipato alla Champions negli ultimi 11 anni è stata proprio a causa della Fiorentina e di quel famoso gol di Osvaldo contro il Torino.

Insomma, se a Firenze l'euforia è contagiosa, con mille tifosi pronti a seguire la squadra a Genova e con tutto l'ambiente viola che ogni giorno respira il valore che avrebbe l'impresa Champions per la città ed i suoi sostenitori, a Milano il viola è diventato un colore bandito da ogni discorso. Una squadra che grazie al gioco ed alla freschezza atletica e mentale mette in apprensione tutto l'ambiente rossonero, costretto a vincere tutte le restanti gare di campionato, per evitare una beffa che vedrebbe il Diavolo fallire l'obiettivo minimo della stagione, quel terzo posto che a Firenze, dopo due anni di anonimato, verrebbe festeggiato come mai prima.