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LA RINASCITA VIOLA PARTE DA MANDRAGORA

di Alessandro Di Nardo

Tra la sconfitta beffarda dello Juventus Stadium (la quarta in un arco di 5 gare completate dal pari contro la Lazio) e la vittoria di Cremona, la quinta consecutiva tra campionato e Conference, è passato esattamente un mese: un lasso di tempo che ha ribaltato umori e prospettive in casa Fiorentina. I segreti della rinascita Viola sono molteplici ma uno è più visibile degli altri: ha il numero trentotto, si trova nella zona nevralgica del campo ed ha marchiato il 2-0 alla Cremonese con il gol del vantaggio e l’assist ad Arthur Cabral in occasione del raddoppio. Il risorgimento gigliato parte dalle geometrie di Rolando Mandragora, acquisto estivo che, con un ritardo di circa sei mesi, ha adesso acquistato un valore capitale per Vincenzo Italiano. Da quel pomeriggio di metà febbraio allo Stadium, in cui l’ex Torino era assente per squalifica, al match dello Zini, Mandragora è stato un punto fisso per i viola: nella striscia di sette risultati utili consecutivi, Rolly è partito titolare sei volte (entrando a gara in corso contro il Sivasspor) arrivando quasi a raddoppiare il minutaggio stagionale in un mese.

Amrabat-Mandragora, la nuova diga viola- Affiancandogli il play campano, non solo il centrocampista marocchino ma tutta la mediana viola ha acquistato fluidità nel gioco. La dimostrazione più lampante è arrivata nel pomeriggio dello Zini, dove Mandragora è stato l’autentico trascinatore dei suoi. Utile per risolvere gli impacci dei suoi nelle fasi di prima costruzione, il classe ’97 si è riscoperto anche incursore, dando al centrocampo della Fiorentina una propulsione offensiva finora garantita solo a sprazzi da Bonaventura e Barak.

Cambio di passo- Con Mandragora in campo, la Fiorentina viaggia ad una media di 1,87 punti a partita. Un ritmo da Europa; e pure in Europa il mediano è stato decisivo, levando diverse castagne dal fuoco ai viola in occasione del ritorno col Braga siglando il gol del momentaneo 1-2 che ha dato il là alla rimonta.

Studiando da nuovo Torreira- In queste sette partite Mandragora si è fatto apprezzare non solo per dinamismo ed interdizione ma anche in diversi inserimenti senza palla. Le proiezioni offensive del centrocampista sono diventate un jolly giocato spesso da Italiano per forzare le difese schierate, basti vedere il mancino con cui Mandragora ha stappato il match con la Cremonese. Italiano sembra aver trovato nell’ex Torino la nuova variabile offensiva della sua Fiorentina 2.0, una sorta di surrogato di Lucas Torreira, giocatore tutt’ora rimpianto all’ombra della Cupola del Brunelleschi che nella seconda parte della scorsa stagione contribuì a sbloccare alcune gare complicate per i viola. Proprio come sta facendo adesso Mandragora, che finora ha messo a referto 4 reti e 3 assist nelle sue prime 34 partite a Firenze. Numeri simili a quelli fatti registrare dall’uruguayano nella sua unica annata fiorentina (5 reti e 2 assist in 35 gettoni). A quasi un anno di distanza dal suo addio, Italiano sembra insomma aver trovato il suo nuovo Torreira.