LA RIVINCITA DI MARCO
Chissà se adesso, a posteriori, il ds del Napoli Giuntoli si sarà pentito di non aver puntato due estati fa su Marco Sportiello per rifondare la porta azzurra. Un'ipotesi rimasta in piedi per molti mesi, avviata quando Grassi si trasferì dall'Atalanta in Campania, e nella quale il dirigente credeva fortemente, vista la sua profonda conoscenza nelle doti del portiere, suo giocatore ai tempi dell'avventura al Carpi. E dire che per quasi un anno il Napoli su Sportiello ha mantenuto una sorta di "opzione morale", come confermato a più riprese anche dagli ambienti nerazzurri: una stima nata da lontano e cresciuta nel corso del tempo che avrebbe dovuto fare dell'attuale estremo difensore viola l'erede designato di Pepe Reina forse già da questa stagione, quando era previsto che lo spagnolo diventasse la riserva.
Nulla di tutto questo invece: il Napoli infatti non soltanto ha scelto quasi a sorpresa di consegnare la maglia numero 12 all'ex fiorentino Sepe (cresciuto nel vivaio azzurro e quindi molto più utile al club in ottica lista Uefa) ma ha anche dato nuovamente fiducia a Reina e alle sue 35 primavere, pagando per più di una volta (esempio recente ne è la partita di ieri a Rotterdam) una prontezza di riflessi non più lucida come un tempo. Un motivo in più dunque per Sportiello per provare a prendersi la sua rivincita dopo aver cullato per quasi un anno un sogno infranto: quella di domenica infatti sarà la prima volta che il portiere viola scenderà in campo al San Paolo con la maglia della Fiorentina, uno stadio nel quale i suoi guantoni non sono mai bastati per ottenere una vittoria (con la maglia dell'Atalanta, a Napoli solo un pari e un k.o.). In casa Sportiello, e non solo, confidano che ci sia sempre una prima volta...