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LA SECONDA BATTAGLIA DI JOAQUIN

di Andrea Giannattasio

Ha fatto davvero il giro di tutta Italia (e non solo) lo sfogo che Joaquin nella giornata di ieri ha voluto rilasciare in esclusiva a Firenzeviola.it. Un urlo quasi di dolore quello dello spagnolo, ormai deciso a non voler onorare l’ultimo anno di contratto che ancora lo lega alla Fiorentina e a voler tornare a casa, al Betis, nella squadra che lo ha fatto diventare un numero uno e che adesso è pronto ad accoglierlo a braccia aperte. “Voglio tornare al Betis, non posso più giocare a Firenze” ha detto apertis verbis alla nostra testata. Una richiesta che sa tanto di un addio già consumato ma che, per il momento, si sta scontrando con la volontà ferrea da parte della società viola di trattenere a forza lo spagnolo.

C’è da dire però, per fare pura e semplice cronaca, come è nel nostro dovere, che Joaquin non è nuovo ad esternazioni di questo tipo. Basta infatti andare a ritroso nel tempo e scorrere la carriera dello spagnolo per renderci conto che già nel 2006, quando il torero era all’apice della sua carriera con il Betis Siviglia, c’era già stato un muro contro muro tra l’ex Malaga e l’allora presidente del club betico, Ruiz de Lopera, per una vicenda di fatto identica a quella che la Fiorentina sta vivendo in questo momento. Ma ricostruiamo la vicenda con ordine.

Siamo nell’estate 2006, Joaquin è arrivato al suo dodicesimo anno con la casacca biancoverde del Betis e la sua squadra ha ormai fatto il massimo: ha vinto una Copa del Rey ed ha partecipato più volte alle competizioni europee (Champions compresa). Ecco che Joaquin decide di cambiare, di andarsene via prima della scadenza naturale del contratto, nonostante la ricchissima clausola rescissoria che pendeva sul suo conto. Su di lui c’è il Valencia, squadra con la quale ha già da tempo un accordo e che è pronta ad accoglierlo a braccia aperte. E niente e nessuno può impedire a Joaquin, a dispetto della sua conclamata anima betica, di realizzare il suo sogno

Ruiz de Lopera, dopo le tante pressioni del giocatore, decide di accontentarlo: il suo passaggio al Valencia sembra ormai cosa fatta quando però, all’improvviso, il numero uno biancoverde cambia idea. Joaquin non deve andare al Valencia, bensì all’Albacete. Uno smacco per Joaquin, che aveva sperato con ogni mezzo di lasciare Siviglia (attirandosi peraltro le ire da parte di una parte del tifo locale) per giocarsi le sue carte in una vera big, uno stop improvviso al quale però sulla carta non può opporsi, dato che una clausola nel suo contatto prevedeva che lui ed altri suoi compagni del Betis potessero essere ceduti in qualsiasi momento senza consenso dei tesserati stessi. Tra Joaquin e Ruiz de Lopera inizia una guerra di nervi, un braccio di ferro che però il giocatore riesce a vincere al termine di una lunga contesa con anche alcune pendenze finanziarie risolte a suon di carte bollate e di avvocati. Tutto pur di coronare il suo sogno di andarsene dal Betis e di cercare gloria al Valencia. 

A distanza di nove anni da quella turbolenta estate, oggi Joaquin ci riprova e chiede a gran voce tramite FV di essere lasciato libero da chi, sulla carta, può ancora vantare un contratto da lui firmato fino al giugno 2016. Tempi diversi, età divera e, soprattutto, motivazioni diverse: da un lato (nel 2006) un giovane Joaquin a caccia di rivincite, gloria (e soldi), dall'altro oggi un professionista che sogna il suo definitivo ritorno a casa dopo una grande carriera. Riuscirà lo spagnolo a vincere anche questa sua seconda battaglia personale?

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