LA SINDROME DI GENNAIO
Di per sè, è proprio la natura del mercato di gennaio che complica le cose. Si fa presto a chiamarle "trattative di riparazione", sia perchè di questi tempi i prezzi salgono alle stelle (altresì detto "effetto Gagliardini"...) sia perchè azzeccare il giusto rinforzo è opera tutt'altro che semplice. E lo sa benissimo Pantaleo Corvino, il cui ultimo mercato di gennaio alla Fiorentina riporta la memoria indietro ai tempi di Sinisa Mihajlovic e Delio Rossi.
In quel gennaio 2012, prima che Corvino lasciasse spazio a Pradè e Macia, arrivarono Olivera, Zohore e Amauri, mentre Gilardino prese la via del Genoa per circa 8 milioni, il Tanque Silva quella del Boca per circa un milione e Munari quella della Samp per una cifra simile. A margine, poi, anche la beffa El Hamdaoui che soltanto qualche mese più tardi, in estate, avrebbe portato il marocchino in viola ma con tutt'altra dirigenza.
La stessa, per intendersi, che dopo la rifondazione estiva consegnò a Montella Giuseppe Rossi, Wolski, Vecino, Compper, Sissoko e Larrondo a fronte delle partenze di Olivera, Cassani, Seferovic e dei prestiti di Carraro e Di Tacchio. Eppure quel mercato invernale non servì a evitare il sorpasso del Milan al terzo posto, e non andò meglio l'anno seguente con gli arrivi di Anderson dal Manchester United, Matri dalla Juve e poi ancora Rosati e Diakitè per le cessioni in prestito di Vecino, Yakovenko, Munua, Acosty Maxwell e Alonso al Sunderland.
Quanto all'ultimo gennaio dell'Aeroplanino andranno ricordati Salah (difficile scordarlo), Diamanti, Gilardino e Rosi a fronte dei 30 e passa milioni incassati dal Chelsea per Cuadrado. Il resto è ormai storia degli ultimi tempi. La squadra di Sousa inaspettatamente prima, gli affari Lisandro Lopez e Mammana saltati e gli arrivi sul fil di lana dei vari Schetino, Tino Costa, Kone, Benalouane oltre a Tello e Zarate.
Una finestra di mercato, l'ultima, che ha scavato un solco con Paulo Sousa e alla quale è seguita quella estiva caratterizzata soprattutto dalla cessione di Alonso al Chelsea. Oggi che ci sono Kalinic e Badelj in bilico, in entrata resta tutto in stand by, magari in attesa di eventuali segnali cinesi. Non resta che augurarsi che non siano i prodromi di una nuova sindrome di gennaio.