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LA SOLITUDINE DI MONTELLA

di Marco Conterio

Tra le righe, l'Aeroplanino lo ammette. Non è felice di non poter disegnare la sua squadra, su una lavagna tattica. Non ha centrocampisti, non sa chi avrà a disposizione davanti, ha il dubbio Jovetic ed ha una rosa con così pochi petali che mette più depressione che felicità. "Pazienza e fiducia" è il tormentone blues di Pradè e della dirigenza. Sottolineare che vivere sperando non ha spesso la migliore delle conclusioni pare superfluo, per questo servirebbero fatti ed acquisti più che chiacchiere.

Attendere non si può. Il ritiro serve sì per la benzina nelle gambe, che i calciatori possono mettere pure altrove, in altre squadre e ad altre latitudini, è vero. Però il ritiro è necessario anche per amalgamare una squadra che d'omogeneo adesso non ha nulla. La mediana a tre di Montella ha ora solo due tasselli. Manca anche il terzo titolare, altro che le alternative. Manca tutto, manca troppo, nella Fiorentina di oggi, altro che illusioni.

Il tira e molla per Viviano sta facendo saltare al portiere giorni preziosi con la sua eventuale futura squadra. E Della Rocca? Che fine ha fatto? Avanti. Se i viola vogliono Kucka, Elm, Mulumbu, Ralf o chi per loro, chiudano quanto prima. Il sorriso a metà di Montella è chiaro. Non è felice di lavorare in un progetto ad oggi monco, perché il tempo va avanti e, seppur fiducioso, preferirebbe certezze a progetti e promesse.