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LA STAGIONE DELLA VERITÀ

di Marco Gori

Quella che prenderà il via ufficialmente domani sarà una stagione decisamente particolare per la Fiorentina, chiamata ad inaugurare l'ormai famigerato "nuovo corso". E ai nastri di partenza si presenterà con una situazione del tutto peculiare anche Sinisa Mihajlovic. Reduce da una stagione opaca -soprattutto dal punto di vista del gioco-, da alcune contestazioni da parte dei tifosi e, soprattutto, dalla vicenda del possibile passaggio all'Inter, il tecnico serbo pare affrontare il suo secondo anno in viola molto carico, almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate nella conferenza stampa di alcune settimane fa. Riuscirà il 42enne di Vukovar a tradurre in risultati sul campo la sua inossidabile grinta, e, soprattutto, a instaurare un rapporto diverso con i tifosi? Il compito non sembra certo dei più facili. A pochi giorni dalla partenza per Cortina la squadra viola è ancora un cantiere aperto, anche se sembra che Pantaleo Corvino stia facendo di tutto per accontentare, almeno dal punto di vista tattico, l'allenatore gigliato. E una compagine che abbia "corsa e gamba", un po' come il Catania di due stagioni fa, potrebbe riavvicinare i tifosi a squadra e allenatore, perché, non dimentichiamolo, tra gli idoli dei sostenitori gigliati c'è un certo Giuseppe Iachini, simbolo di una Fiorentina non certo eccelsa ma alla quale l'affetto del pubblico non è mai mancato. Ovviamente Mihajlovic non avrà molto tempo a disposizione. Perché se è vero che i Fiorentini riescono ad innamorarsi con poco, è altrettanto vero che si parte da una situazione che vede una buona parte della piazza che il tecnico serbo a Milano ce l'avrebbe portato in braccio e che non è del tutto convinta del fatto che, di fronte ad un'offensiva più forte da parte dei nerazzurri, lo stesso Mihajlovic sarebbe rimasto. Firenze, poi, non differisce dal resto d'Italia nel fatto di vedere troppo spesso nell'operato dell'allenatore le cause di eventuali cattivi risultati. Proprio il contrario di ciò che pensano i proprietari della loro squadra del cuore, quei Della Valle che rappresentano delle mosche bianche in un mondo di presidenti mangia-allenatori. Parliamo in ogni caso di due soggeti -tifo e proprietà- dotati anche di grande buon senso, e, soprattutto, accomunati dallo stesso fine, ovvero il bene della Fiorentina. Un Mihajlovic messo subito alla gogna non porterebbe a niente di buono, ma, di fronte ad una prima fase di campionato come quella della passata stagione, stavolta per il tecnico serbo non ci sarebbe la "condizionale", e questo pare chiaro a tutti. E siamo sicuri che, in cuor suo, anche Sinisa lo sa.