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LA STORIA SI RIPETE?

di Andrea Giannattasio

In principio fu Angelo Di Livio. La Genesi del non sempre limpido rapporto tra la Fiorentina ed i giocatori (quasi) al capolinea è da sempre stato un tema piuttosto scottante in casa viola, visto che in più di una circostanza dalle parti di viale Fanti si è consumato, a forza di tira e molla, lo strappo tra la proprietà ed i calciatori sulla via del tramonto. Un mix micidiale costituitosi da un lato dalla poca sensibilità e scarsa lungimiranza della Fiorentina (che raramente in questi anni si è saputa lasciare con il sorriso con i suoi ex giocatori) e qualche richiesta giudicata esosa dall’altro, con le vecchie glorie che, pur disposte a restare in maglia viola, si son sentire rispondere picche.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello legato a Manuel Pasqual. Capitano in pectore della Fiorentina dei Della Valle e, a dirla proprio tutta, anche della Viola attuale, che nella giornata di ieri ha voluto lanciare chiari messaggi alla proprietà, che ancora, nonostante il contratto in scadenza, non si è fatta viva per proporre il rinnovo al suo terzino. Uno smacco notevole per Pasqual, dopo 11 anni di fedele militanza, oltre 300 presenze in Serie A ed una serie notevole di “no grazie” rifilati a svariati grandi club che hanno provato a portarlo via da Campo di Marte. Una storia, però, già vissuta e rivissuta, persino con altre sfaccettature.

È il caso, come abbiamo già detto, di Angelo Di Livio. Il primo delle tante “bandiere” della rifondata Fiorentina, capitano e protagonista della lunga risalita dalla C2 alla A ma anche capostipite di quella truppa di ex viola a rimanere scottato da alcune decisioni della società. Che al termine della cavalcata che riportò i gigliati in Paradiso non fu fatto entrare nei ranghi dirigenziali, come probabilmente gli era stato promesso. Una scelta, questa, che il “soldatino” non ha mai dimenticato, rimarcandola anzi in più circostanze nel corso di interviste passate.

Si passa poi ad un esempio piuttosto fresco, ovvero quello di Luca Toni. Il bomber per eccellenza della Viola targata Della Valle (insieme a Riganò) che nel 2012/2013 diede il suo prezioso contributo a suon di gol persino nella sua seconda parentesi fiorentina alla conquista di un posto in Europa. Le reti, al termine di quella stagione, furono 8 in 27 apparizioni: non certo male per un “nonnetto” di allora 36 anni. Al quale però, invece di un nuovo contratto da attaccante, fu offerto invece dalla Fiorentina la panchina come allenatore degli Allievi Nazionali. Un affronto non da poco per un campione del Mondo con ancora il gol nel sangue, che nel triennio successivo con la maglia del Verona ha saputo dimostrare ancora tutto il proprio valore, siglando la bellezza di 47 reti in meno di 100 presenze. La poca lungimiranza spesso gioca brutti scherzi. Nel 2005 così come nel 2016.