LA TEMPESTA PERFETTA
L'allerta meteo riguardava Firenze, ma era soprattutto rivolta ai tanti tifosi giallorossi in arrivo in città. Una tempesta perfetta. La Roma poi ha capito prestissimo quanto si fosse tirata a lucido la Fiorentina per la serata di Coppa Italia. Pochissimi minuti per intuire che quella con i giallorossi sarebbe stata una delle migliori prestazioni della gestione Pioli, con ripartenze letali, break costanti e precisione sotto porta. D'altronde ogni volta che gli uomini in maglia viola affondavano la retroguardia di Di Francesco andava nel panico, ed è stato nel primo tempo che la Fiorentina ha costruito la sua straripante vittoria.
Funziona alla perfezione la scelta di Pioli di tenere fuori Simeone, perchè Mirallas si trova a occhi chiusi con Chiesa, e perchè Muriel continua a essere un cecchino sotto porta. Chiaro che i riflettori siano tutti per la tripletta di uno straordinario Federico Chiesa (chissà cos'ha pensato al Franchi il ct Mancini che aveva chiesto più gol e oggi ne conta sette nelle prime quattro sfide dell'anno) ma è tutta la squadra che finalmente non lascia scampo. Praticamente a ogni contropiede. E con una precisione al momento del tiro invocata per tutto il girone d'andata.
Tanto che se Kolarov riesce a riaprire la gara, la sensazione che la Roma sia in balìa della Fiorentina non viene mai meno. Anche nel secondo tempo, con Dzeko in campo, il forcing giallorosso è poco più che uno schiaffetto, lo stesso che dà Lafont alla testata di Zaniolo. In campo ci sono solo i viola, e dopo il gol di Benassi il nervosismo di Pellegrini e Dzeko è solo la logica conseguenza di una supremazia schiacciante. Che sia in mezzo al campo o nell'area di rigore capitolina. Una serata di gloria per tutti, anche per il Cholito che sempre in Coppa Italia sa entrare e influire. Avvenne a Torino negli ottavi, è ricapitato ieri con una doppietta che non può che fargli benissimo.
Serviva a tutti una serata così, e stanotte è giusto godersi una vittoria schiacciante oltre che una lezione di calcio che la Roma non viveva, a Firenze, da tempo. Ci sarà tempo e modo per capire come affrontare in 180 minuti una squadra in salute come l'Atalanta e accorgersi che la Juventus è fuori. Dopo una notte così, dopo sette reti e una vittoria del genere, non può che esserci spazio solo per i riconoscimenti. A un fenomeno come Chiesa, a un attacco che adesso fa paura grazie all'arrivo di Muriel e a una squadra che ha riportato i tifosi a indicare agli avversari il colore del pallone in campo. Una squadra ottimamente messa in campo dal suo tecnico, che dopo tante critiche può godersi un risultato che scrive il suo nome nella storia viola.
Applausi per tutti. Gli stessi che sono piovuti su una Fiorentina spettacolare che continua la sua corsa in Coppa Italia.