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LA VIOLA E IL SOGNO EUROPA: UN DIVARIO ENORME CHE PUÒ ESSERE SUBITO COLMATO

di Andrea Giannattasio

E adesso, indipendentemente da chi sarà il futuro allenatore della Fiorentina, la missione del club viola sarà quella di colmare il prima possibile il divario con le prime della classe, per riportare Firenze e il blasone della società dove meritano. Facile a dirsi (Rocco Commisso in più di una circostanza ha detto che non si aspettava certo di lottare per la parte destra della classifica alla luce dei tanti soldi spesi in sede di mercato), molto più complicato a realizzarsi. Anche perché numeri alla mano rispetto all’ultima stagione in cui i viola si sono qualificati in Europa League (annata 2015/16, con Paulo Sousa in panchina) il gap con la zona nobile della classifica è via via aumentato e ridurlo in poco tempo sarà un’impresa molto complessa. 

Nessuna fretta alla Fiorentina e a chi sarà il sostituto di Iachini: ogni progetto tecnico ha bisogno del suo tempo e dunque è probabile che la società (ma forse anche la parte più ragionevole della piazza) non chiederà subito al nuovo allenatore e alla sua squadra di riportare i viola almeno al 7° posto (quello che da questa stagione vale l’approdo in Conference League). L’importante, come detto, è che le intenzioni siano di crescita costante e che la programmazione inizi il prima possibile. Anche perché ad oggi il divario da colmare con la zona Europa è mostruoso: 22 punti. Rispetto all’ultimo anno che la Fiorentina si è qualificata in EL, il dato è stato peggiore solo in una circostanza, ovvero nel 2018/19 (ultimo anno dei Della Valle a Firenze), quando il gap era stato di addirittura 25.

Come detto però la distanza tra il settimo gradino della classifica (l’ultimo che continua a dare il diritto di giocare in Europa, a patto che la Coppa Italia non venga vinta da una squadra che sta al di sotto dei primi sette posti) in questi anni è aumentata: nel 2016/17 (primo anno senza Europa per Pezzella e compagni) il distacco con la settima (il Milan) fu di soli tre punti (60 vs 63), idem l’anno successivo ma con l’Atalanta (57 vs 60). Nella stagione successiva, quella già citata che poi ha portato al cambio di proprietà, il divario fu di 25 lunghezze (Fiorentina 41, Roma 66 con i giallorossi che però arrivarono sesti, visto che il Torino, settimo, fu beffato dalla Lazio che vinse la Coppa Italia da ottava e non si qualificò all’Europa League), mentre nella prima annata di Commisso tra la Fiorentina (decima) e il Napoli (settimo) si contavano 13 punti.

La speranza dunque è che i viola riescano nel più breve tempo possibile a colmare questo gap, compiendo un salto in avanti che permetterebbe alla Fiorentina di tornare a calcare con continuità i campi europei e di gratificare l'operato di Commisso in questo biennio. E per fortuna nel recente passato ci sono due precedenti che fanno ben sperare: nel 2005/06, la prima stagione di Prandelli a Firenze, i viola riuscirono a chiudere il campionato al quarto posto con 74 punti laddove, l’anno prima, si erano salvati all’ultima giornata con 42. Nel 2012/13 poi la prima Viola di Montella arrivò al quarto posto con 70 lunghezze cancellando così l’annata precedente (quella dei tre allenatori, Mihajlovic, Rossi e Guerini) in cui Pasqual e gli altri si erano salvati a Lecce, al penultimo turno, chiudendo a 46. In un’estate dunque la società viola - con un mercato lungimirante e la scelta del tecnico giusto - colmarono un divario rispettivamente di 32 e 24 punti: due vere imprese. Che anche la Viola attuale è decisa a riprovare.

LA FIORENTINA E IL DISTACCO DALLA "ZONA EUROPA"
Stagione 2015/16
: ultima qualificazione all’Europa League (Fiorentina 5° con 64 punti)
Stagione 2016/17: distacco di 3 punti (Fiorentina 60, Milan 63)
Stagione 2017/18: distacco di 3 punti (Fiorentina 57, Atalanta 60)
Stagione 2018/19: distacco di 25 punti (Fiorentina 41, Roma 66)
Stagione 2019/20: distacco di 13 punti (Fiorentina 49, Napoli 62)
Stagione 2020/21: distacco di 22 punti (Fiorentina 40, Roma 62)