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LE DUE FACCE DEL MERCATO

di Luciana Magistrato

Il mercato di gennaio è stato un mercato a due facce, positivo da un lato insoddisfacente dall'altro. La rosa -nei suoi titolari- non è stata infatti toccata, così come quest'estate, con la Fiorentina che ha rinunciato a diversi milioni per Kalinic e per Badelj. Nel primo caso è stata decisiva la volontà del giocatore, ben inteso, che ha deciso fosse giusto per la propria carriera puntare ad un calcio più competitivo in estate piuttosto che avventurarsi ora con tutta la famiglia in Cina solo per i soldi con la Fiorentina che, una volta messa la clausola, è stata spettatrice più che protagonista della trattativa. Nel caso di Badelj il suo procuratore ha fatto molto rumore nei mesi scorsi ma poi non ha portato offerte concrete e all'altezza per gennaio e il tutto è stato rimandato a giugno.

Intanto sono arrivati Sportiello al posto di Lezzerini e Saponara al posto di Zarate. Due operazioni non necessarie ma anticipate per dare modo al giovane portiere romano e all'argentino di avere il meritato spazio, il primo per capire il suo reale valore, l'altro per sentirsi ancora un giocatore importante. E l'arrivo di Sportiello è stato subito importante, sia per mettere un po' di competizione tra i pali sia per sostituire con un titolare vero (dimenticando l'esordio col Genoa) un Tatarusanu sempre a rischio lombalgia quando spinge un po' di più. E Saponara può essere un'alternativa in più sulla trequarti o all'esterno, anche in previsione del mercato estivo. I tre giovani arrivati, Illanes, Castrovilli e Scalera, sono invece buoni acquisti in prospettiva. Inoltre quattro italiani rispondono a quel progetto di italianizzazione che in estate era stato impossibile portare avanti. Fin qui le cose positive. Certo se invece il mercato si guarda da un altro lato si vede che è stato ignorata l'esigenza di avere un altro difensore in rosa.

La questione è annosa, non nasce certo ora, ed effettivamente la coperta sembra corta se Sousa ha reinventato Sanchez difensore. La sensazione però è che a gennaio difensori tali da tenere in panchina Tomovic, De Maio, Salcedo o Maxi effettivamente non ce ne sono tanti e soprattutto che siano adatti al gioco di Sousa che pretende forse troppo dai suoi uomini della retroguardia, compreso il giocare sempre palla con il rischio che, chi non ha proprio un piede sublime, se lo veda soffiare nei punti nevralgici del campo. In questa chiave devono essere intesi anche i tanti e decisivi errori di Tomovic che ad esempio con Montella non sarà stato un fuoriclasse ma neanche così decisivo in negativo. Insomma vale la pena fare scelte per il futuro se non c'è ancora un allenatore designato che possa scegliere il tipo di giocatore? E la sensazione è che quando ci sarà la scelta si darà il via anche alla rivoluzione vera e propria della rosa. E stavolta, con Rodriguez sempre più lontano, dall'acquisto di un difensore di livello non si potrà prescindere.