LE LACRIME DEL CAPITANO
Lo stesso ginocchio. Le stesse lacrime. Una grande paura, dopo una grande gioia. Emiliano Viviano che esce dal campo turco del Galatasaray, piangendo, in barella, è un immagine che spezza il cuore. Lui che vive un sogno, subito bloccato da un ginocchio ballerino, lo stesso operato un anno e mezzo fa. Un infortunio arrivato con un movimento tanto normale quanto innaturale. "Sollecitazione muscolo-tendinea ai flessori della coscia". Sospiro di sollievo: articolazione solida, nessun trauma, nessuna rottura. Oggi Viviano effettuerà accertamenti, a Firenze, quando la Fiorentina ritornerà nel pomeriggio in città: la squadra ha avuto un problema all'aereo, da Istanbul, e non è potuta partire nella nottata. L'attesa che si prolunga, l'attesa che nel migliore dei casi potrebbe essere di due settimane e nella peggiore di un mese e mezzo circa. A conti fatti, Viviano dovrebbe saltare le prime due giornate di campionato e rientrare, magari, dopo la sosta per le Nazionali prevista per le prime settimane di settembre. Poteva andar peggio, è vero, ma l'ansia non se ne va: quel dannato ginocchio ballerino continua ad essere il tallone d'Achille del ragazzo che para guardando il labaro viola. E le sue lacrime da capitano, ieri, hanno spezzato il cuore di tutti.