LE NUOVE NORME DELLE ROSE DI A: IL CASO DELLA FIORENTINA
Il dado è tratto. Nella giornata di ieri infatti il consiglio federale della Figc ha approvato una radicale modifica delle norme che regolano la gestione delle rose per i club di Serie A, che a partire dalla stagione 2015/2016 dovranno modellarsi su quelle già oggi richieste dal protocollo Uefa. Un massimo di 25 giocatori, quindi, con l'aggiunta però di una serie di postille che - almeno in teoria - dovrebbero garantire alle società del nostro massimo campionato un fair play finanziario interno che porterà le società al pareggio di bilancio. Una svolta epocale per il mondo del pallone italiano, che fin dalla prossima sessione di mercato invernale avrà l'opportunità di iniziare ad avvantaggiarsi per arrivare all'entrata in vigore delle norme con le nuove rose in piena regola.
Al di là, infatti, delle leggi che regolano i tesseramenti dei giovani extracomunitari (che dovranno essere residenti in Italia ed essere entrati nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive) e della sostituzione degli extracomunitari stessi (questa sarà possibile solo nel caso di esistenza del contratto da professionista da almeno 3 anni), sono i parametri per la costituzione della rosa dei 25 tesserati che risultato al momento gli ostacoli più grossi da superare, visto e considerato le condizioni in cui versa il calcio italiano in particolar modo sotto il profilo della gestione e della valorizzazione dei giovani del vivaio. All'interno delle normative approvate ieri, infatti, è previsto tassativamente che i 20 club di A includano nelle loro rose di 1a squadra quattro calciatori cresciuti in Italia (e fin lì il problema è per alcuni superabile) ma soprattutto quattro giovani cresciuti nel vivaio della società stessa. E' questa la vera spada di Damocle che incombe sulla testa di tutti i presidenti della massima categoria.
Analizziamo il caso della Fiorentina: al momento Montella si trova a disporre di 32 elementi in prima squadra (ben sette in più di quelli richiesti dalle nuove norme), appena cinque dei quali cresciuti nei settori giovanili italiani (ovvero Giuseppe Rossi, Manuel Pasqual, Andrea Lazzari, Cristiano Lupatelli ed Alberto Aquilani, che si sono formati rispettivamente al Parma, alla Reggina, all'Atalanta, nella Fidelis Andria e nella Roma): un numero comunque sufficiente visto che dovranno essere minimo quattro i calciatori (italiani o no non importa) che dovranno essere cresciuti nei vivai nostrani. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda i quattro giovani che devono essere tesserati in quanto provenienti direttamente dal settore giovanile della squadra di appartenenza. Nella rosa attuale dei viola infatti ad oggi figurano soltanto Lezzerini, Babacar e Bernardeschi (con Zohore ritornato a Firenze da poco dopo il fallimentare prestito al Goteborg ma pronto a rifare le valige per gennaio), un numero inadeguato ai nuovi parametri imposti dalla Figc. Cambiano le cose, invece, per quanto riguarda la lista Uefa dei viola, dove nell'elenco B sono presenti anche ragazzi della Primavera come Bangu, Gigli e Mancini.
Alla luce di questi dati, pertanto, è facile intuire come al momento il problema più impellente della Fiorentina sia quello di sfoltire la rosa di giocatori inutili sia al progetto tecnico che alle nuove norme stesse, per la cui entrata in vigore ci sarà ancora comunque da attendere. Ma chi ben comincia, come si suol dire, è a metà dell'opera ed il mercato di gennaio è dietro l'angolo.