LEADER
Parla da leader, German Pezzella. Lo fa con quell'accento argentino che da queste parti ha sempre portato con sè un fascino particolare. Agli albori della sua seconda stagione in viola Pezzella sprizza maturità da tutti i pori, in campo e fuori. Contiene a dovere, ma non troppo, la delusione per la mancata convocazione nell'Albiceleste naufragata in Russia, sostiene la candidatura a neo capitano della squadra e ricorda messaggio ed esempio lasciato in dote dall'indimenticato - e indimenticabile - Davide Astori.
Guiderà la difesa insieme a Vitor Hugo ma è già calato nel ruolo di faro del gruppo, il tutto sembra tranquillamente rientrare nella sua indole. Mostrata in campo in una stagione pressochè perfetta, la prima in Italia giusto per ricordarlo, conclusa con il riscatto definitivo dal Betis Siviglia. Pezzella guida anche la frangia dei più convinti dal lavoro di Pioli e della società, di quelli che a fronte di richieste o chiamate hanno gentilmente declinato. Preferendo di gran lunga continuare il cammino in maglia viola.
Non un aspetto secondario, non certo dopo lo scorso ritiro di Moena che oggi sembra già diverso. Proprio perchè da Pezzella a Milenkovic, da Chiesa a Simeone tutti vogliono restare, e tagliare un traguardo migliore di quello tagliato poco più di due mesi fa. In questa luce Pezzella incarna alla perfezione il perno del gruppo che sta nascendo, dove certo la gioventù non manca. La candidatura, insomma, ci sta tutta, e non c'è dubbio che tra le caratteristiche di questo difensore centrale di grande tecnica ci sia anche la leadership.