LIPPI, Montolivo? Il club è diverso dalla Nazionale
Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate dal CT della Nazionale, Marcello Lippi, dalla sala stampa del Centro Tecnico Federale di Coverciano, dove gli azzurri hanno iniziato il loro ritiro in vista delle partite di qualificazioni ai Mondiali contro Montenegro e Irlanda: “E’ un piacere tornare a lavorare seriamente con i ragazzi dopo la partita in un certo senso virtuale contro Il Brasile. Sono contento di poter passare con loro dieci giorni, cosa che non accadeva da ottobre. In questo periodo sono successe diverse cose, in particolar modo l’eliminazione delle squadre italiane dalla Champions League. Molti hanno visto in questo un ridimensionamento del calcio italiano rispetto a quello inglese, ma io non sono d’accordo, perché l’espressione del calcio di un Paese è la Nazionale, e non le squadre di club, le quali comunque non hanno demeritato, contro tre squadre che tra l’altro di inglese avevano veramente poco. Ci sono stati poi molti infortuni, che mi hanno portato a chiamare alcuni giovani, cosa che comunque rientrava nei miei progetti. La scelta di Pazzini? Non mi interessa ciò che gli è successo in questo periodo. Ho fatto alcune valutazioni, io seguo sempre molti giocatori, e quando si è infortunato Gilardino mi è venuto istintivo pensare a lui. La mancata convocazione di Cassano? Voglio parlare solo dei presenti. Se la sua assenza peserà giocando a Bari? Penso che il pubblico di Bari tiferà per l’Italia, soprattutto ora che sta vivendo un momento di grande entusiasmo. Io faccio le mie scelte senza pre-concetti, per cui a volte scelgo giocatori che magari non stanno facendo bene nei propri club, perché giocare nel club è diverso dal giocare in Nazionale. Montolivo? Il discorso che ho appena fatto vale per tutti. Se la prestazione col Brasile potrebbe influenzarci? Mi aspettavo di essere un po’ più avanti nella preparazione e con un po’ più di fortuna avremmo potuto ottenere un risultato diverso. Sta di fatto che il Brasile ha 1500 giocatori sparsi per il mondo e ovunque decida di organizzare una partita può mettere insieme una squadra competitiva. Gli allenatori italiani troppo sotto accusa? Dico solo che i nostri allenatori sono i migliori nel mondo, e non parlo solo degli Spalletti, dei Prandelli o dei Lippi, ma anche di quelli delle categorie inferiori, che non hanno pari negli altri Paesi. Se l'allenatore deve subire le scelte della società o decidere? Nessuna delle due cose, deve dialogare, dare delle indicazioni tenendo conto della situazione del proprio club".