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LO SPAURACCHIO JOVIC-CABRAL E QUELLO ZERO CHE SPAVENTA

di Giacomo A. Galassi

Quarantacinque minuti di poco o nulla, poi il cambio. Doveva essere la serata per prendersi la scena, invece per Lucas Beltran la partita contro l'Inter si è trasformata in una bocciatura dopo un tempo da parte del proprio tecnico. Perché tra le tante note negative che escono da San Siro, quella legata al reparto offensivo è oggettiva: 5 partite, 0 gol da parte di Nzola e Beltran.

Anche ieri hanno vissuto l'ennesima staffetta che però, fin qui, non ha mai dato i suoi frutti. Senza tornare sull'ormai vecchio discorso delle scelte di Prandelli per far esplodere definitivamente Vlahovic facendolo giocare ogni singolo minuto, è chiaro che lo spauracchio di rivivere quanto accaduto la scorsa stagione torna a farsi vivo. Quella gestione di Cabral e Jovic che non ha convinto quasi nessuno e il cui fallimento è stato confermato dal mercato estivo che ha visto l'addio sia del brasiliano che del serbo, si ripresenta puntuale dopo appena quindici giorni di partite.

Italiano dovrà lavorare molto in questa pausa sui movimenti offensivi, e non solo per far segnare i suoi attaccanti ma anche solo per fargli avere più occasioni. Perché al di là di qualche errore soprattutto da parte di Nzola, sia l'angolano che l'argentino hanno avuto pochissime opportunità di fare ciò per cui sono stati acquistati in estate.

Il ballottaggio in vista dell'Atalanta è già iniziato con Nzola che non è stato convocato dall'Angola e dunque avrà più tempo per lavorare con i compagni, mentre Beltran proverà a sfruttare l'aria dell'Argentina per ricaricarsi e tornare al massimo. Conoscendo Italiano e la sua politica sui sudamericani che rientrano dagli impegni oltreoceano, avessimo un euro oggi lo punteremmo su Nzola dal 1' al Franchi il 17. Ma le partite dell'Argentina contro Ecuador e Bolivia potrebbero cambiare gli equilibri.