MALEDETTA EUROPA
Chi l'Europa la sogna, chi la snobba. Succede anche di questo nel calcio moderno. Il fascino della tre giorni europea, ormai, sembra aver lasciato spazio al fastidio di giocare al giovedì una coppa della quale, quantomeno in Italia, sembra interessare molto poco. Sono lontani i tempi della Coppa delle Coppe, o della Coppa Uefa, quando anche in queste competizioni ci si affrontava con la migliore squadra possibile.
Oggi, soprattutto in Italia, l'Europa League diventa un buona occasione per provare ad avviare un po' di turnover, per dare spazio a chi non riesce a convincere in campionato, e più in generale per mettere alla prova le seconde linee. Con i risultati che ne conseguono, se solo si tiene conto degli ultimi tonfi di Inter e Udinese, o di quelli meno recenti del Napoli. Colpa della Champions e dei suoi milioni, e chissà di cos'altro.
E forse anche colpa di chi preferisce dibattersi nelle vicende di casa propria piuttosto che provare a misurarsi su ambiti più estesi. Dimenticando il valore di crescita che, comunque, può comportare una partecipazione europea. Lo sa bene la Fiorentina, che dette vera e propria vita al ciclo di Prandelli sfiorando una finalissima di Uefa contro i catenacciari di Glasgow. E lo sanno bene, allo stesso modo, anche i neo dirigenti viola quanto potrebbe essere importante per la Fiorentina tornare in Europa, di qualsiasi competizione si parli. Perchè si tratterebbe di un ulteriore scalino di crescita per una squadra che, seppure appena nata, fa già intravedere grandissimi margini di crescita futuri.