MANEGGIARE CON CURA
Servirà fare quadrato, ancora di più di quanto non avvenga normalmente. Se in città l’aria che tira in merito alla vicenda Vlahovic è totalmente in un’unica direzione (di condanna alla scelta del serbo di non firmare il rinnovo) ai campini c’è da scommettere che Italiano farà di tutto per proteggere il suo attaccante. Non solo in termini numerici l’apporto di Vlahovic resta una discriminante della stagione viola, ma anche semplicemente di peso nel gruppo.
La sua maglia da titolare è stata sì consegnata da Prandelli in tempi non sospetti, ma certamente guadagnata con i 21 gol della passata stagione (determinanti per la salvezza) e da una notevole dose di personalità cresciuta a vista d’occhio. Logico che per la squadra Vlahovic resti il finalizzatore principale, altrettanto che Italiano lavorerà affinché il clima (pesante) non lo influenzi troppo.
Spetterà però anche alla società la gestione di un altro caso tutt’altro che semplice, venuta fuori dalle difficoltà estive per il precedente strappo con Gattuso ma in grado di applicare correttivi in corsa efficaci come si sta rivelando la scelta di Italiano. Se è vero che in vista di gennaio servirà mettersi al lavoro in fretta, sia per capire come muoversi con Vlahovic che per ritoccare la rosa in attacco, è altrettanto impellente il bisogno di ritrovare serenità non appena Vlahovic farà rientro a Firenze dalla nazionale.
Terminate le ricostruzioni su cosa e quanto non abbia funzionato nella trattativa, e in assenza di repliche da parte di una controparte che evidentemente non ha nulla da aggiungere sulle cifre venute a galla, forzare ulteriormente la mano rischia di aumentare una crepa che andrà invece saputa gestire, mantenendo il più inalterati possibile gli equilibri interni allo spogliatoio.
In tal senso anche eventuali nuovi tentativi di confronto, che sia per riprendere un discorso rinnovo che oggi pare abbandonato o semplicemente stabilire i termini di una cessione, dovranno essere affrontati con cautela e strategie chiare a meno di cambi di procuratore oggi assai difficili da ipotizzare nonostante la Fiorentina faccia intendere di augurarselo.
Un delicato lavoro da portare avanti per il bene comune, quello di una squadra partita forte in campionato ma il cui proseguio è adesso minacciato da più di un fattore. E anche quello di un tecnico che prima di ogni altra cosa si è augurato che quanto di buono fatto da luglio a oggi non venga spazzato via da una vicenda ancora lontana dalla parola fine.