MANGIAVO TROPPA CIOCCOLATA
"Voglio vincere a Firenze". La firma in calce è di Adem Ljajic, che con dolci note canta il suo amore per la Fiorentina. Il Nuovo Cinema Viola ha fatto fiorire anche un gioiello prezioso come quello serbo, che sino ad oggi non era mai riuscito a sbocciare. Tocchi sbagliati, fuori campo stonati: Ljajic pareva l'incompiuto, altro che "quello più forte di Jovetic". Perché i paragoni spesso si sprecano e quasi mai si realizzano. Il giovanotto con la faccia da schiaffi ed i piedi da sberle nelle porte degli avversari faticava ad ingranare pure la seconda marcia: dal pugno di Rossi alle serate ballerine, pareva destinato a finir di diritto nella lunga lista degli epurati d'estate. Col Torino non venne trovato l'intesa, Vincenzo Montella decise di affrontare a quattrocchi Ljajic. Crescere insieme. Eccolo il diktat per la rinascita, il bivio della carriera della seconda punta serba. Gol, colpi, tocchi. Così è rinata una giovane stella, che ancora non brilla di luce propria ma che pian piano sta crescendo, si sta affermando, sta dimostrando che la cioccolata è solo dolce compagna di viaggi e sogni per i tifosi, che cullano ambizioni europee anche grazie a Ljajic. Additato come possibile merce di scambio nella querelle Jovetic, le parole odierne a Stadio sono state chiare. "Spero di restare". Come dire: io sono io, Stevan è Stevan. Ha già visto Pradè, vedrà presto l'agente, di entrambi, Fali Ramadani. Il contratto scade nel 2014, il tempo per rinnovare con calma c'è ma non è certo infinito. Nel frattempo il presente, ma anche l'obiettivo futuro, è segnato. "Vincere a Firenze".